Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Stream of consciousness

Tre anni chiusi in una mano

 

A metà pomeriggio (R) scrive uno status (Solo adesso mi sono accorta che il tempo è passato troppo velocemente! Vorrei tornare indietro! È stato bellissimo…) e tagga amici come li tirasse per la maglia. OOOOOHHHHHH.

È il giorno dopo.

L’esame è finito.

Ventiquattro ore e l’effetto è quello di un portone che si è chiuso alle tue spalle.

Ha fatto SBAM, sbam forte, e tu non hai potuto far niente per fermarlo. Non sei rimasta chiusa dentro, sei rimasta chiusa fuori.

È il giorno dopo e io quella sensazione, provandola ogni anno, la conosco bene. Per (R) probabilmente è la prima volta.

In quel luogo hai riso, ti sei scompisciata, hai pianto, hai sognato, hai aiutato e sei stata aiutata. Hai pronunciato nomi, certi li hai accorciati, altri li hai storpiati, alcuni li hai perfino inventati.

Hai letto hai scritto hai studiato: spesso le cose che hai imparato, però, non erano né dentro al leggere, né dentro allo scrivere, né tantomeno dentro lo studiare.

Hai mangiato e hai bevuto. Hai festeggiato e hai litigato. Hai mandato a fareinculo – sì, anche me – ma più spesso hai fatto la pace. Hai cantato, in quel luogo. Hai ballato. Hai bestemmiato, e a volte serviva pure quello.

Hai abbracciato, ti sei appoggiata sulle spalle degli altri, ti sei fatta portare in groppa. Hai disegnato sul banco e ti hanno disegnato e scritto sulle mani. Hanno inventato i selfie e tu ti sei fatta dei gran selfie.

Ti sei seduta sul banco finché ha cominciato quasi ad andarti stretto. Hai guardato gli altri attorno a te, mentre facevano pressappoco quel che facevi tu, e hai pensato che stessero cambiando, crescendo, “diventando grandi”. Hai pensato che magari stava capitando anche a te, anche se era più difficile da capire.

Oggi sei lì, e nelle orecchie sembra ci sia solo il suono di quel portone sbattuto.

Un rumore fortissimo con un’eco assurda.

Strano, perché in realtà quell’ingresso è minuscolo. L’ingresso minuscolo di una scuola minuscola. Minuscola quanto? Facciamo come la sorpresa di un ovetto Kinder. Ma dentro c’è tutto e da lì non lo sposta nessuno: le risate, i nomi, gli abbracci, le parolacce, le cose scritte sulla lavagna, i panini col salame e le scritte sul banco.

Le tue Medie son tutte lì dentro, e stan nel palmo della mano. La tua.

Stringila forte e vai, perché adesso è ora di andare.   

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Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

Happy a Scuolamagia

 

Il piccolo festival del cinema indipendente di Forni Avoltri continua (e si conclude) con il cortometraggio delle ragazze: Irene, Nicole, Evelyn e Rebby.

Non chiamate “disimpegno” la cifra stilistica della loro opera. Vi assicuro che per raggiungere l’obiettivo di spassarsela al massimo ce l’hanno messa davvero tutta, sottoponendo il paese intero ad una sorta di invasione barbarica a colpi di balli, strilli e risate.

Buona visione.

(Piuttosto agghiacciante scoprire che nelle settimane di lavorazione analoga impresa di abbinare allegre movenze a quella musica così globalmente popolare era tentata anche da un gruppo di giovani adulti di Teheran, con la differenza che i malcapitati – in realtà molto più composti delle quattro tredicenni italiane – hanno scontato con il carcere la colpa di essersi dichiarati nientepopodimeno che felici).

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Le storie di Scuolamagia, Soletta

Cartolina di Forni Avoltri

 

Marcello, Cristiano e Thomas hanno raccontato con un video il loro paese, che è poi quello in cui ha sede Scuolamagia e in cui mi reco ogni giorno a bordo della mia aula, pardon… della mia auto. L’hanno realizzato a scuola e nel corso dei loro pomeriggi, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Ad unire tra loro le varie scene hanno voluto che fossero le biciclette.

Le ricadute sul Pil del comune in cui vivono saranno inevitabili e incalcolabili (incremento dei flussi turistici, commesse industriali…), ma i 3 giovani cineasti hanno agito in maniera del tutto disinteressata, concentrati cioè sulle consegne del profdisint e su null’altro.

Buona visione.

 

Domani tocca al secondo video prodotto dalla 3ª C, quello delle ragazze. Stay tuned.

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