Fiori di Biblioteca, Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Esserci

Ieri sera alle 18.00 Bibliotecamagia ha aderito a M’illumino di meno. È rimasta aperta fino alle 19.00 per ascoltare Caterpillar a lume di candela, parlare di risparmio energetico e per mangiare insieme una fetta di torta. Il prossimo anno forse vorrò ricordarmi di chi c’è stato, dentro una sera diversa e strana, molto strana. Quindi, ad uso squisitamente personale: Giorgio, Agata, Niky, Samuele, Riccardo, Corrado, Raffa, Ale, Giù, Noemì, Nicola G., Elisa, Stric, P., Alejo, Yuri, Daniele e Aria. Forse in fondo in fondo mancavo io.

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Fiori di Biblioteca, Le storie di Scuolamagia

Fiori di biblioteca (2)

Giù e Noemì sono piene di luce perché presto nascerà loro una sorellina e chissà dove le metterò l’accento.

 

Andrea ha deciso di prendere in prestito una biografia di Mussolini. Se proprio si tratta di essere fascisti come tutti gli altri, lui vuole farlo a ragion veduta.

 

Non c’è verso: Ale si ricorda tutto. Dell’Affaire Dreyfuss, per esempio, ma anche di quella volta che arrivata a scuola elegantissima con gli stivaletti di pelle l’ho accolta con un “sei venuta in moto?” e forse non era proprio sta grande accoglienza.

 

E poi io. Ho preso tre libri sull’emigrazione friulana nel ‘900. Forse sarà proprio lì che andrà a parare lo spettacolo teatrale natalizio. Forse è anche un po’ colpa del Nuovomondo di Crialese.

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Fiori di Biblioteca, Le storie di Scuolamagia

Fiori di biblioteca

Maddalena da oggi ha 18 anni. Tra le cose che fa, nel giorno di un compleanno non qualunque, c’è anche venire a cercare il libro di Pino Roveredo, Mandami a dire.

 

Ci penso su e dico a Raffaele che sarà la millesima volta che mi parla di Briciola, il suo cane, ma che io non l’ho proprio mai visto. Mi guarda, lo guardo. Non starai mica pensando… E invece lo sta pensando e dopo cinque minuti tra libri e scaffali oltre a chi parla c’è pure chi abbaia e un po’ – ma solo un po’ – puzza.

 

Per Giuseppe ieri era il primo giorno di scuola, scuola superiore. Mi dice serio che ai nuovi insegnanti è bastato poco per capire la fragilità delle sue basi, specie in italiano. Poi non ce la fa più e ride. Non è vero ma è vero che io ci sono cascato di brutto.

 

Sabina quest’estate ha riletto il quaderno di italiano di 3ª media: temi, letterine, i commenti del prof. Io rovino tutto e le chiedo sensazioni, impressioni dopo il viaggio nella memoria. È così evidente che il gesto bastava a se stesso.

 

Greta. Greta adesso sfreccia col suo scooter nuovo fiammante e io sto in pensiero.

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Fiori di Biblioteca, Le storie di Scuolamagia, Soletta

Cose mie (2)

Quelli che in biblioteca sono entrati con un cane, che hanno accarezzato un gatto. Quelli che si sono connessi a internet, hanno navigato, videogiocato, chattato, bloggato. Quelli che in biblioteca hanno suonato la chitarra, quelli che hanno giocato a briscola. Quelli che hanno preso in prestito un libro di storia, quelli che hanno chiesto «consigliami un bel libro…», oppure hanno detto «ti consiglio un bel libro…». Quelli che tengono la tesserina gialla nel portafogli, quelli che la conservano nel diario. Quelli che la tessera è pronta ma devono passare a ritirarla. Quelli che «la biblioteca è un luogo pubblico e allora faccio quello che voglio…». Quelli che hanno donato un libro, quelli che ne han donati tanti. Quelli che in biblioteca vedono una cartaccia per terra e la raccolgono, quelli che no. Quelli che in biblioteca urlano, quelli che urlano che non si urla. Quelli che in biblioteca vanno a fare le prove degli esami di licenza media. Quelli che in biblioteca parlano sempre male di una che in biblioteca non ci metterà mai piede e adesso la conoscono tutti. Quelli che in biblioteca hanno ballato il tango e il rock’n’roll acrobatico. Quelli che in biblioteca hanno fabbricato e collaudato aerei di carta. Quelli che in biblioteca hanno compiuto gli anni. Quelli che di mestiere catalogano i libri, vivono nelle biblioteche ma sanno che non sono tutte uguali. Quelli che hanno risistemato i libri, compilato registri, appiccicato etichette. Quella che ha avuto un’idea e quell’idea si chiamava biblioteca. Quelli che tra gli scaffali hanno girato film horror con una macchina fotografica digitale. Quelli che in biblioteca hanno tradotto frasi dal latino, che hanno cercato come si dice in inglese. Quelli che sull’enciclopedia hanno detto quale insetto gli faceva più schifo. Quelli che in biblioteca cercano la foto di un’echidna. Quelli che in biblioteca hanno compilato la formazione per il Fantacalcio. Quelli che alla biblioteca hanno mandato una cartolina. Quelli che della biblioteca hanno montato gli scaffali. Quelli che sono entrati o usciti dalla finestra. Quelli che considerano la biblioteca una passerella di moda. Quelli che la biblioteca la puliscono. Quelli che in biblioteca entrano, dicono ciao e chiedono scusa se non si possono fermare. Quelli che in biblioteca chiedono se c’è qualcosa da mangiare. Quelli che vogliono sapere se la biblioteca possiede un certo libro e allora vanno sul sito www.bibliopac.it e lo scoprono in una manciata di secondi. Quelli che restituiscono i libri in ritardo. Quelle che per venire in biblioteca ed essere ancora più carine si sono truccate gli occhi. Quelli che in biblioteca hanno percorso km e km sulle sedie con le ruote. Quelli che entrano in biblioteca con discrezione, quelli che quando arrivano vengon giù le porte. Quelli che la chiamano “Biblio”, quelli che la chiamano “Bibliotecamagia”. Quelli che firmano il registro delle presenze, quelli che lo decorano, quelli che lo sconciano, quelli che firmano prima ancora di imparare a scrivere. Quelli che in biblioteca portano la merenda e fanno gola agli altri. Quelli che in biblioteca vengono per parlare, per chiedere un consiglio. Quelli che in biblioteca non ci vengono più e quelli che non ci verranno mai. Quelli che dicevano che in biblioteca non ci sarebbe venuto nessuno. Quelli che quando la biblioteca chiude rimangono ancora un po’ lì davanti e ci sono quelli che pensano che sia la cosa più bella. 

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