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Guardarla

Pozzanghera sporca

Pozzanghera vuota

Pozzanghera trema

Pozzanghera scema

Pozzanghera sanguina

Pozzanghera spruzza

Pozzanghera gioca

Pozzangherassurda

Pozzangherassorda

Pozzanghera grigia

Pozzanghera sul palmo della mano

Pozzanghera occhi

Pozzanghera specchi

Pozzangherabbraccio

Pozzanghera straccio

Pozzanghera ancora?

Pozzanghera allora

Pozzanghera mistero

Pozzanghera nero

Pozzanghera vetro

Pozzanghera rosa, sotto il vetro

Pozzanghera dentro

Pozzanghera cera

Pozzanghera era

Pozzanghera è

Pozzanghera.

 

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La passeggiata

Bisogna rincorrere la RIPRESA ECONOMICA. Non si può perdere tempo. Bisogna CRESCERE, serve uno SVILUPPO, sono necessari INVESTIMENTI urgenti. Urgono importanti e improrogabili RIFORME. Ok, mi fido. Probabilmente è proprio così, non ho motivo di dubitare. Però, quando penso agli onorevoli rappresentanti del popolo che sembrano giocare e scrivono VIVALAFIGA sulla scheda per eleggere il Presidente della Camera… …prima di tutto mi vengono in mente Adriano Sofri e la passeggiata che dovrà rimandare ancora per chissà quanto. Sembravano tutti d’accordo sulla sua grazia, quasi tutti, quanti ne bastavano. C’era solo un ostacolo, che non c’è più. Una passeggiata, pochi passi, fino a quell’albero laggiù.  

 

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Capire (con) CAPA

Qualche anno fa ho ascoltato una giovane donna molto colta dire a un gruppo di studenti stranieri molto colti che se avessero voluto capire l’Italia avrebbero dovuto ascoltare le canzoni di Jovanotti. Mi colpì quella frase, detta un po’ provocatoriamente a chi era interessatissimo alle nostre cose ma era rimasto fermo alla Firenze del ‘300, al Neorealismo e a quant’altro dell’immaginario italico fosse stato trasmesso negli atenei del resto del mondo. Mi colpì e non fui d’accordo, nonostante la stima per il buon Lorenzo Cherubini.

 

Oggi direi senza alcuna remora a uno straniero che se vuole capire l’Italia è il caso che ascolti le canzoni di Caparezza. Il quadro è completissimo, non manca proprio niente. Il punto di vista è lucido, civile, disincantato ma non rassegnato. Forse troppo sociologo, il rapper pugliese, troppo dettagliato, troppo esaustivo, troppo fotografo. Toglierei, più che aggiungere. Ho quasi paura di parlarne in classe, temo di istituzionalizzarlo. Lo lascio lavorare in silenzio (si fa per dire), tra una parolaccia e una chitarra distorta trasmette quintali di intelligenza. L’ho sempre pensato, mannaggia, la forza di un uomo è nei capelli…

 

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Ierioggi

Primo maggio di festa oggi nel Viet-Nam
e forse in tutto il mondo,
primo maggio di morte oggi a casa mia
ma forse mi confondo.
E che titolo rosso oggi sul Viet-Nam
e che sangue negli occhi della mia gente,
e che cosa da niente oggi essere lì
e morire senza il sole del Viet-Nam.
Che sapore di morte oggi dal Viet-Nam
ma forse è mio padre, mi confondo.

 

Che sapore di sole oggi dal Viet-Nam
ma forse è proprio il sole, qui, mi confondo.
E confondo la testa col mondo e col Viet-Nam
e confondo i miei occhi con i tuoi,
e che titolo rosso oggi sul Viet-Nam
ma forse è il tuo sangue,
mi confondo.

 

Claudio Lolli

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Marziani

Scoiattolo

C’è Ronaldinho che è un marziano non perché gioca meglio, ma perché è l’unico che Gioca davvero e, proprio per questo, sorride sempre. C’è una bestiola che si trova addosso 100.000 occhi tutti in una volta e chissà cosa pensa. Cosa ci faccio qui? (Poi, si scoprirà che anche lei, come Ronaldinho, è in realtà stipendiata dalla Nike, che sta per lanciare i nuovi palloni in pelle di scoiattolo.)

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Rai 3

Ore 12.00. Il presentatore aggiorna sull’odierno televoto. I miei occhi si inchiodano al video. Bentornato maggioritario! Sulla colonna di sinistra: l’amore. A destra (non avevo dubbi…): l’odio. Stiamo vincendo, ma non di molto. Siamo in testa! L’amore è in testa. Chiama una da casa, testimonia che lei nella vita non ha fatto che soffrire e quindi il suo cuore è traboccante di odio. Ma come, a urne ancora aperte!!! Non vale. E tu, presentatore, intervieni. Niente. Questa sposterà voti, cazzo. Magari finisce pari: la paralisi. 50 e 50. Noooo, magari fanno un governissimo di amoreodio, un annacquatissimo volemosebene… Odi et amo…quare id faciam fortasse requiris nescio, sed fieri sentio et excrucior. No, italiani, vi prego. Prendete il telefono e fate il vostro dovere di teleelettori. Dai, il programma dell’amore aveva molte più pagine. Abbiamo pure l’appoggio di Ruini. Certo, ci sono tanti tipi di amore, quelli diversi, quelli strani e la coalizione potrebbe risultare un po’ troppo fragile, esposta ai ribaltoni, ma nulla in confronto al paese consegnato nelle mani dell’odio.

 

P.S. La stessa rete pubblica, che evidentemente trasmette in stato confusionale, stasera alle 23.40 proporrà (senza pubblicizzarlo troppo, ché non si sa mai…) un film che si annuncia meraviglioso.

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2 FELICITÀ

Il film che ho visto ieri sera non farà la storia del cinema e probabilmente sbaraccherà in fretta pure dalla mia memoria. Qualche battuta felice e due bravi attori che sanno interagire secondo dinamiche molto più complesse di quelle che si instaurano davanti alla macchinetta del caffè più cinica della tv italiana. Forse mi ricorderò soltanto di una curiosa, duplice e tanto banale da risultare poetica definizione di felicità: l’iniziale “FELICITÀ MEZZA FELICE E MEZZA TRISTE” e la finale e catartica “FELICITÀ TUTTA FELICE”.

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CREDO

«Credo nel valore della letteratura, credo nel volere della letteratura e anche nel volare. Vola vuole e vale, la letteratura. Fa volere, volare e dà valore, valori, perché è movimento, viaggio, cambiamento. Di sguardo e di posizione. Di natura. Credo sia potenza, non potere: energia. E credo che possa cambiare il mondo, il piccolo mondo interiore di chi la pratica, di chi legge e di chi scrive. La somma dei tanti mondi interiori fa il mondo esteriore, più o meno.»

 

Gian Luca Favetto, Italia, provincia del Giro

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A modo mio

Vicepresidente del Consiglio:

FASSINO Piero (DS)

 

Affari Esteri:

BONINO Emma (RnP)

 

Interno:

D’ALEMA Massimo (DS)

…in questo ministero uno di sinistra proprio non si può…

 

Grazia (bentornata!) e Giustizia:

PISAPIA Giuliano (PrC)

 

Economia, Finanze e Attività produttive:

LETTA Enrico (Margh.) & BERSANI Pierluigi (DS)

 

Lavoro e politiche sociali:

TURCO Livia (DS)

 

Pubblica (bentornata!) Istruzione, Università e Ricerca:

HACK Margherita (PdCI)

 

Politiche agricole:

REALACCI Ermete (Margh.)

 

Ambiente e tutela del territorio:

FRANCESCATO Grazia

 

Salute:

FINOCCHIARO Anna (DS)

 

Pari opportunità:

SCALFAROTTO Ivan (indipendente)

 

Beni culturali:

MELANDRI Giovanna (DS)

 

Politiche migratorie (…questo lo invento):

AMINATA Fofana (Verdi)

 

Gli altri ministeri li accorpo o li elimino.

 

Presidente della Camera:

BERTINOTTI Fausto (PrC)

 

Presidente del Senato:

Una personalità del centrodestra, però laica.

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Ali

Servirà che tu metta le ali

se vuoi veramente andartene via

disse mia nonna quando avevo sei anni.

Così, entrai in un grande negozio,

una vecchina dallo scaffale più alto prese a fatica

un grande scatolone e mi disse

prego, serviti pure.

Io, intimidito, cominciai a cercare

c’erano ali per ogni utilizzo

ali bianche in tinta coi denti

ali scure per avari di cuore

ali di pizzo ali alla moda

ali per abiti bianchi da sposa

ali meccaniche per gli ingegneri

e ali da piedi per i corridori

ali a vela ali a motore

ali finte da sognatore

ali grandi per andare all’inferno

e minuscole per cadere in eterno ali

corte ali rosse ali rotte ali morte

ali scontate pescate a sorte

ali di carta ali di legno

assicurate contro l’incendio

ali vive che mai stanno ferme

ali di plastica contro le tarme

ali usa e getta per gli spendaccioni

ali di piombo per i coglioni

ali da drago ali da fata

ali a noleggio per una giornata

ali nuove a km zero

ali comprate mai usate davvero.

E poi ali immense per gli innamorati

ali proibite per fare all’amore

ali di gomma ché non si sa mai

ali per te se mi perdonerai.

Ali regalo di San Valentino

ali da mamma con il passeggino.

Ma ali di male a chi sta soffrendo

ali dolore a chi non vuol più volare

ali di neve per suicidi d’estate

ali di foglie per quelli d’autunno

ali col buco per chi vuol morire

nelle altre stagioni dell’anno.

Ali di rabbia a chi deve incazzarsi

ché gli hanno ammazzato fratelli ed amiche

ali vendetta d’acciaio e benzina

per abbattere torri nemiche

ali da guerra a vendicare vendetta

ali atomiche che uccidono in fretta

ali di fame ché i bimbi non muoiono

ali di mine che le gambe non servono

ali da ricchi che vai dove vuoi

ali giustizia non si trovano mai.

E allora ali divine, di vini e di birre

ali diverse, di versi e parole

ali di ali per chi fa poesia

ali di vita e ali di morte

ali per tutti noi anime rotte.

Scelsi.

Hai preso le ali più rare

mi disse la furba vecchina

una apparteneva a un demone astemio

l’altra ad un angelo sempre ubriaco.

Sono antiche, molto preziose,

ti costeranno un occhio della testa,

sei sicuro di potermi pagare?

Ma io non dissi nulla, presi le ali,

lasciai un occhio sul banco del negozio.

 

Gli ammutinati

(collettivo di poeti triestini)

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Memoria

Giorno della memoria. Da cinque anni, grazie al buon vecchio Ciampi, una legge ci invita ad incontrarci per ricordare, per raccontare. Cinque anni non sono niente, ma nel mondo della scuola si sente già l’odore di muffa, il saporaccio delle cose consuete, fatte perché si sono sempre fatte. Si scelgono vie facili, si riducono i rischi, e tra i corridoi serpeggia una domanda: «tu cosa fai vedere?». Si delega al Cinema, a Train de vie, a Shindler’s list, al Pianista, a Benigni. Si va sul sicuro, che parlino le immagini. Oggi per la prima volta ho pensato che non basta.

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