Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Kant e la verginella

«Ti sto osservando, stai studiando Kant». Mi ronza in testa da ieri, il messaggino spedito alla diciassettenne palermitana dal suo ex furibondo, che forse stava premeditando un futuro da assassino. Probabilmente il nome del filosofo era scritto sulla lavagna, un docente spiegava e l’sms è arrivato facendo piano. Le classi, si sa, non sono impermeabili ai messaggini. Mi ronza in testa perché stride con le parole che coll’immaginazione avrei fatto digitare su un display ad un tale mostro, e forse perché ho un ricordo indelebile di quando, a quell’età, di notte, sui tavolini all’aperto di una pasticceria, semiclandestinamente, studiavo la Critica della ragion pura con i compagni di liceo, in quelli che chiamavamo “simposi”, il giorno prima dell’interrogazione.

 

«Probabilmente alle primarie voterò Bersani ma, per favore, da navigato ambasciatore della sinistra nel rapporto con i poteri forti, davvero, non faccia la verginella». C’è posto per un altro ronzio, nella mia testa. A scrivere questa volta è Gad Lerner, uno di quelli che mi hanno insegnato un sacco di cose, uno che, con Alex Langer, ha contribuito a seminare in me le idee di cui vado più orgoglioso, uno la cui trasmissione in tv, a volte, mi ricorda un simposio a parlare di Kant ai tavolini di una pasticceria. Non è certo colpa del grande giornalista se la lingua italiana è incrostata di maschilismo, così tanto che l’errore di un maturo politico maschio viene sanzionato attraverso il paragone con una giovane donna dai costumi facili e ipocritamente celati.

 

Il centesimo assassino di una donna in questo 2012 forse pensava alla “sua” donna come ad una “verginella”, che, mentre teneva a distanza lui, ricuciva rapporti con fidanzati precedenti, coltivando il vizio censurabile della libertà.

 

C’è materia per infinite passeggiate kantiane: il cielo stellato sopra di noi, la legge morale questa sconosciuta. 

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