Imago, Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

On the road… to the school

Un vecchio classico dei giornali online, ormai, è la foto dei bambini che vanno a scuola. Cioè, quelli che “lo fanno strano”: alunni che guadano fiumi dopo che una piena si è portata via il ponte, zainetti sulla teleferica, scale di corda che si inerpicano sulle rocce, canotti e dorsi di elefante. Oggi scopro da “Repubblica” che c’hanno fatto pure un libro, su queste avventure on the road… to the school, e nel suo commento a quegli scatti Marco Lodoli mi ha dato pure l’idea per un tema da assegnare ai miei virgulti.

Innegabile che la questione abbia un suo fascino. Nonostante siano molto meno esotici e avventurosi, mi soffermo spesso sui tragitti casa-scuola di mia competenza. C’è C. che arriva in bici e comincia subito ad esercitarsi nelle sue piccole acrobazie da cortile: impennate e giochi di equilibrio che lui sostiene si debbano definire trick. Ci sono E. e M., fratello e sorella, che camminano a distanza. Non hanno litigato e il loro legame è fortissimo, ma quel viaggio funziona così. Tra i loro pensieri del mattino non c’è fratellanza. C’è O. che non ha strade davanti a sé. A separare casa sua dalla scuola sono un grande prato e una piccola ringhiera da scavalcare. C’è N. che arriva quasi ogni mattina scortata dal suo fedele cagnetto, il quale sembra concederle indulgente il permesso per quelle cinque ore di libera uscita. Ci sono T. e F., anche loro sangue del loro sangue, che arrivano e cercano subito il pallone, c’è R. che cammina piano, sempre pensierosa e mai spensierata, compie tragitti vagamente tortuosi, quasi a voler allungare quelle operazioni di sbarco a scuola. C’è M. che si siede sulla panchina del cortile e sembra avvolta in un guscio. C’è un’atra M. che cammina con le cuffiette: capita che ascolti P!nk o la lezione di geografia in podcast, e io sono felice perché le ho passato entrambe. C’è G., c’è Y. ,c’è L. e ci sono altre tre diverse M.: ognuna di queste iniziali ha la sua strada ed un suo modo di percorrerla verso la prima ora di lezione. Per ultimo ecco lo Scuolabus, ma quello è tutto un altro arrivare, con le sue regole e i suoi stilemi. Materia per una prossima puntata.

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Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

La gita, il fuoco, la pioggia

Gita. Ci provano da una vita a rottamare la parola sostituendola con termini più pregni e altisonanti. “Visita”, “viaggio”, “d’istruzione”. Quella tien duro: Gita. Due sillabe che non si schiodano, sono piantate negli immaginari come due querce.

Gita. Domani. 5 giorni (!). Ci saranno un ostello ed un lago, un bel po’ di verde e 13 burfaldini da accudire. Chissà se si lasciano portare a correre prima dell’alba.

 

La Pozzanghera rimane aperta, continuate pure a farci ciaff ciaff a piedi nudi, e già che ci sono ci infilo questa perlina del mio “idolo” pop, a cui qualcuno deve aver detto che, se coverava questa canzone, mi sarei irrimediabilmente sciolto. 

 

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Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

P!nk in Carnia

Noi amanti di Maurizio Milani siamo degli incompresi. Siamo pochi e ci riconosciamo l’un l’altro come i componenti di una setta di perseguitati. Probabilmente questo ha a che fare con la nostra incapacità di spiegare, attraverso ragionamenti circostanziati, perché la prosa e i contenuti del nostro guru siano così inarrivabili. Proprio non ci si riesce. Forse quello che per noi è già chiaro, un giorno lontano lo sarà per tutti.

Intanto, in uno dei suoi ultimi scritti, quel genio ha fatto convivere in 10 righe un protagonista della famigerata “trattativa”, la mia pop-star di riferimento e un luogo che mi è così familiare da risultare, in quel contesto, ancora più assurdo.

INNAMORATO FISSO

Ieri telefono al senatore Nicola Mancino. Io: “Scusi, ho sbagliato numero”. Lui: “Si figuri!”. Io: “Ma tanto che ci sono, le chiedo: non ci conviene usare le lettere per comunicare? (questa per esempio l’ho spedita ieri e oggi è già qui in rubrica) Non penso si permettano di aprire la corrispondenza”. Mancino: “Non sarei così sicuro, pensi che ieri ho scritto una cartolina dal lago d’Iseo a P!nk, la pop star, e hanno convocato P!nk come persona informata sui fatti”. P!nk chiama me (suo impresario per l’Europa). Mi fa: “Maurizio mi hanno convocata in tribunale a Tolmezzo, sono preoccupata”. Io: “P!nk, stai a casa bella tranquilla, tanto mi convocano anche a me per questa telefonata”.

 

Maurizio Milani, Innamorato fisso, 5 settembre 2012 

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