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100 mt

Era la scena cui tenevo di più. Sotto la calda coperta di una musica bella, 4 attrici e 3 attori impersonavano 4 atlete e 3 giudici di gara in una batteria dei 100 mt. Era la storia vera di Lima Azimi, afghana, sprinter improvvisata tra atlete professioniste e spietate. La corsa, i 100 mt, avevo voluto diventasse la gara tra quattro scritte con i gessi colorati sull’asfalto nero: parole veloci (soldi, successo, gloria…) e una parola lenta e preziosa (libertà).
Solo pochi secondi prima dello start ho realizzato che, dovendo svolgere il ruolo di voce fuori campo (l’intera vicenda raccontata dalla bravissima Emanuela Audisio su “Repubblica”), proprio io (solo io!!!) non avrei potuto assistere alla scena. Non avrei visto le facce, seguito quei movimenti che avevo immaginato e un po’ sognato.
Ho rivisto tutto – qualche minuto dopo, in differita – negli occhi (di luce) dei miei strepitosi attori.

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