Abbiamo rischiato di avere un Ministro degli Esteri trentenne.
Peccato, avrei corso volentieri il rischio.
E pure donna, il cerchio del rischio era infuocato.
Nel pomeriggio dei lunghi manganelli ho immaginato un capo delle forze dell’ordine – unificate, con un occhio alla spending – con le medesime caratteristiche: fresco di laurea, con lo smalto sulle unghie.
Anche Paolo Gentiloni dovrà occuparsi di unghie smaltate, quelle che gridano vendetta dentro i dossier dall’Iran.
Nei giorni scorsi girava per Twitter, rimbalzando da un inviato speciale canadese a un politologo statunitense, da un’osservatorio sull’Asia ad un filosofo australiano, una carta tematica sull’età media della popolazione in Africa.
Solo la Tunisia si colloca appena sopra i 30 anni, comunque 14 meno dell’Italia.
In Niger, per dire, la media è 15. In Burkina Faso 17.
Siamo davanti ad un mondo ragazzino, un affare complicato per ministri al massimo trentenni.
Manca una foto, a corredo di questa disamina geopolitica (inutile, in quanto proveniente da un vecchio di quasi quarant’anni).
Eccola, è di oggi, massimo di ieri. Ritrae un giovane burchinabè dentro il suo paese in rivolta.
Chissà se l’ha vista anche il nuovo titolare della Farnesina…