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Josefa salvata dal mare mentre i grillini ci salvano dai frigoriferi

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Fateci caso. Arriva Josefa – col suo corpo, coi suoi occhi – e puff, i grillini spariscono.

Una foto che è un fatto, al di là delle responsabilità dei libici e delle accuse del Viminale alla ONG Open Arms, produce un effetto inaspettato: riduce al silenzio il più rumoroso dei movimenti, quella minoranza per nulla silenziosa fattasi col tempo maggioranza roboante. Invece ieri niente: tacciono i ministri, i portavoce, i parlamentari semplici, i sindaci. Non dice nulla Di Battista, massimo esperto pentastellato di migrazioni, continua a specchiarsi negli occhi di un bambino nero che oggi gli sputerebbe. Muti i giornalisti simpatizzanti. Zitta la base degli attivisti, anche quelli capaci di paragonare le immagini di quella tragedia ad un set costruito ad hoc dai soccorritori spagnoli sembrano tutti ascrivibili all’elettorato leghista. Parla solo Grillo, a un certo punto. Anzi scrive: di frigoriferi americani che emettono troppo carbonio. Frigoriferi, capite?

 

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Res cogitans, Tutte queste cose passare

Ma di chi sarà complice chi da oggi tacerà? Solo di Salvini?

RS

C’è qualcosa che non torna. E giuro che non mi piace per niente rompere le scatole alla parte giusta, mentre i conti son da fare con la parte sbagliata. Però più guardo quelle righe colorate e quella scritta e più sono a disagio. Chiamare “Salvini” tutto quello che è successo. Sintetizzare dicendo “Salvini”. Da ora in poi sia scritto nero su bianco (vabbè: colorato su colorato): noi non stiamo con Salvini. Cioè: non state con Salvini dal luglio del 2018? Mi chiedo: Serra, Muccino e Tommaso Paradiso prima stavano con Salvini?

Ovvio che no, e allora perché affermare (e sottoscrivere?) una cosa che rischia di suonare come una colossale banalità?

Ho il sospetto che quella copertina voglia cominciare finalmente a remare contro una piega brutta che han preso le cose negli ultimi anni, che voglia opporsi ad una palla di neve che ha preso la ruzzola ed è diventata la valanga bella grossa che ci sta travolgendo. Un qualcosa di complicato che ha a che fare con la “pacchia” dei migranti, certo, ma ha a che fare altrettanto con i “taxi del mare” e con le questioni vaccinali (già ben affrontate proprio da “RS”), con i commenti contro Laura Boldrini e con tutti i rigurgiti qualunquisti che conosciamo bene perché ci arrivano ormai alla gola. Un qualcosa che con tutta la cattiva volontà e con tutta la fretta semplificatrice di questo mondo non possiamo chiamare – chiamare soltanto – “Salvini”.

Salvini c’era già e su Salvini non ha mai taciuto nessuno.

P.S.: nel frattempo molti dei nomi citati dall’iniziativa di “Rolling Stone Italia” si sono dissociati o hanno postato i loro distinguo. Confermandomi nell’idea che la faccenda è un filino più complessa. E che non lo sappiamo ancora dire, contro cosa stiamo, noi. Ecco, appunto: noi chi?

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