Le storie di Scuolamagia, Soletta, Stream of consciousness

L’ora buona delle Fate silenzio

 
– Fate piano!
Maestra, esistono davvero?

– Chi?
le Fate piano…

– Secondo voi bambini?
Per me sì: appoggiano le cose adagio, camminano a rallentatore, non hanno mai fretta e se uno va troppo veloce, con la magia lo fermano per un po’, e salvano le persone che potevano morire alla svelta, invece pianino pianino non sbattono contro le cose.

– Io ho conosciuto le Fate silenzio
Cosa fanno?

– Cercano di far star zitti tutti quelli che urlano o non smettono mai di parlare, e alle volte tolgono i rumori della paura.
E voi bambini sapete cosa sono i rumori della paura?
Io lo so: quando nel buio senti qualcosa che dà i brividi, le Fate silenzio ti aiutano e non li senti più, smetti di tremare e torni a dormire.

– Ci sono solo di notte?
No… un giorno durante un terremoto mia sorella ha sentito come un tuono che non finiva mai, sono arrivate le Fate silenzio e tutto è finito subito.
Una volta io ho visto le Fate così.

– E cosa facevano?
Così

– Così come?
Come dicevano loro: se io dovevo scrivere o disegnare, mi aiutavano a fare così, se dovevo mangiare, lo facevo, così loro erano felici anche per me…

– Ma come sono?
Così

– Così come?
Non so…. come della gente che vola quando è felice, e se non vola scende e guarda cosa può fare per far volare anche gli altri che sono a terra

– Bambini cosa vuol dire essere a terra, qualcuno me lo sa dire?
Mio padre aveva una gomma a terra, sgonfia come un pallone.
Mio fratello aveva un pallone sgonfio ma con un calcio lo ha fatto volare.

– A terra vuol dire anche stanco, malato, triste, giù.
Se mia mamma mi aspetta giù io devo essere triste?

– Se lei è giù devi essere giù anche tu!
Io abito in una casa a tre piani e certe volte uno è giù e gli altri sono tutti su, ma tristi…
Io abito a un piano terra e siamo sempre tutti giù: più giù di così moriamo, ci seppelliscono.

– Adesso bambini andate, fate presto.
Le vedo: andiamo con loro, così non saremo mai più in ritardo.

 

Alessandro Bergonzoni, “il Venerdì”…

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Soletta, Stream of consciousness

Aprimi cielo

 

– Andiamo sull’altalena.

Non ne ho voglia… Sì dai andiamo.

– Ti spingo.

Anch’io.

– Allora chi va sull’altalena?

Dai spingiamoci senza altalena.

– Mi hai fatto male! Lo dico a mio fratello più grande.

Più grande di cosa?

– Di tutti.

Più grande di tutti?

– Più grande del mondo.

Del mondo? Ma non c’è niente di più grande del mondo…

– Che ore sono?

Che ore vorresti essere?

– Questo gioco mi ha stufato… andiamo sopra una macchina.

Perché?

– Sotto, mia mamma ha detto che non devo andarci…

Guarda, si baciano!

– Che schifo.

A me piace quando due si baciano…

– A me no, poi mi fanno ridere: sembrano dei pesci con le orecchie…

E poi chiudono gli occhi.

– Dormono per tutto il bacio?

Mi dai una caramella anche a me?

– Te la presto.

A casa la posso mangiare?

– No, domani me la riporti.

 

Alessandro Bergonzoni, da “il Venerdì”…

 

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