Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

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Anche se non c’è un doodle a ricordarcelo, il 24 marzo cade la giornata mondiale per la lotta alla tubercolosi. Sarei disonesto se vi dicessi che intendo sensibilizzarvi in tal senso. Ne so poco o nulla e, anzi, necessito di urgenti interventi di sensibilizzazione.

Da qualche anno, però, io il 24 marzo spero che piova e che sia domenica. Per 24 ore filate, quel giorno, quelli della Stazione di Topolò radunano il villaggio globale e offrono in streaming audio un ricchissimo menù di musiche, un variegatissimo banchetto con suoni da tutto il mondo. Per dire, mi sono connesso e la musica che mi ha accolto proveniva dalla Nuova Zelanda: un vero concerto con tastiere, altri ammennicoli tecnologici e – soprattutto – il suono che fa la festa di compleanno di una bambina di 5 anni.

Sono uscito cinque minuti per comprare i giornali e ora mi accoglie un bel tappeto sonoro tessuto a Città del Capo, Sudafrica. Un sottofondo di pioggia e il canto di quelli che direi sono pennuti di quelle parti. Alle 9.30 farò un salto in Giappone, dove immagino (adesso: 9.21) si staranno preparando. La Cina me la sono persa, peccato, avrei dovuto svegliarmi alle 4.00. Alle 12.00, per dire, gioca l’Italia con la pianista Alessandra Celletti.

Morale della favola, la mia, in soldoni. Da giorni ci sorbiamo le omelie di quelli che hanno capito il Web, che sanno usare la rete, che con i computer fanno la democrazia come ad Atene. Quelli che erano così connessi che manco si conoscevano. Quella rivoluzione lì, se esiste davvero, se ne sta racchiusa dentro queste 24 ore di arte e creatività dolcemente invadenti, meravigliosamente gratuite.

Mi fermo qui: prima vi connettete meglio è. Buon ascolto!

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