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Distanza d’insicurezza

Due episodi scuotono il mondo della scuola (superiore) della mia provincia. La ragazza che per diventare rappresentante di classe improvvisa uno strip e mostra il seno ai compagni (…che la filmano col telefonino e regalano le immagini al popolo di internet); i ragazzi che marinano la lezione e che, raccattati in una sala giochi, vengono condotti davanti al questore per la ramanzina d’ordinanza. Due storie diversissime, certo, ma entrambe figlie della distanza che separa gli adulti dai ragazzi. Distanza che c’è sempre stata, com’è ovvio, ma che un tempo il conflitto generazionale contribuiva a colmare come fanno i ponti. Dai due argini ci si guardava in cagnesco, ci si odiava pure un po’, e il nemico era conveniente pure conoscerlo, per contrastarlo meglio, per sconfiggerlo. Oggi, invece, è rimasta solo la distanza e iniziative come quella del questore (un quindicenne non sa nemmeno chi è, un questore, e a cosa serve…) e come quelle che riempiranno le cronache dei prossimi giorni (ombelichi coperti, condanna di canottierine e vite basse…) non saranno ponti ma buchi nell’acqua. 

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