Soletta, Tutte queste cose passare

Sheryl

“Sheryl Crow underwent successful minimally invasive surgery for breast cancer on Wednesday February 22nd. Her doctors confirm her prognosis as excellent and she will receive radiation treatment as a precaution. With much regret, she must postpone her complete tour of North America which was scheduled for March/April. It is Sheryl’s intention to reschedule as much of the tour as reasonably possible. Specific details will follow shortly. For any patron who wishes a refund and not wait for the new date, they should redeem their tickets at point of purchase only.”

 

 

Tra tutte le donne con la chitarra a tracolla, specie eletta e superiore, Sheryl Crow non è mai riuscita a convincermi al 100%. Forse è colpa della voce un po’ fragilina, forse è per via di certi scivolamenti nel pop più pop. Ho trovato piuttosto agghiacciante la freddezza con cui il suo sito ne ufficializza la malattia. Chi non li rivorrebbe indietro, i soldi del biglietto…, però…

 

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Tutte queste cose passare

Proporzioni

Ricopio – condividendolo appieno – l’odierno post di Antonio Dipollina, critico TV della "Repubblica".

Comm. Baboomba

Una delle cose migliori ascoltate negli ultimi tempi è stato, oggi, un servizio del Gr1 che annunciava la nomina a commendatore di alcuni cantanti, tra cui Zucchero. E in sottofondo andava "Il grande Baboomba" con gli immortali versi "Ho una cartola che fa paura" nonché "E scoppia la bomba e cala la mutanda". Nell’associarci alle felicitazioni (e senza la minima pretesa di essere nel giusto), ci permettiamo solo di far notare che in questi giorni è uscito il disco di uno che, in età quasi veneranda, si mette lì, tira giù al pianoforte quattro accordi che ti strizzano l’anima e canta "Che si gioca per vincere, e chi vince è perduto, con una chiave e un numero in mano, tutta la notte a aspettare un saluto e a pensare Ti amo". Nel senso che uno così a questo punto bisogna nominarlo Papa.

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Le storie di Scuolamagia

Alejo

Quest’anno Alejo scappa, non si fa prendere da nessuno, figurarsi dalle mie lezioni. Fa il duro, censura ogni gentilezza, sembra piacersi di più e allora forse è giusto così. Oggi in classe abbiamo parlato di Valentino Rossi, di soldi, vittorie e sfrontatezza.

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Soletta

Noi & Lui

Noi tutti, dopo aver costruito questa casa senza ferro né cemento, con il legno e col cartone, senza inizio e senza fine come il sole a mezzogiorno quando incendia le colline, …noi tutti ci avremmo piantato quattro rose. Semplicemente, quattro rose. Lui no, lui ci pianta QUATTRO SPINE. Ah, lui…

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Res cogitans, Tutte queste cose passare

Il grande orologiaio non passa più e gli orologi li aggiustiamo noi

La questione delle vignette danesi è spinosa come poche. Libertà di espressione e di satira, rispetto del sacro altrui, fanatismo, tolleranza. Garbuglio complicatissimo e mentre mi dimeno laocoonticamente al suo interno penso che raramente si ha il coraggio di dire che un pianeta un po’ più laico guadagnerebbe forse in sicurezza e tranquillità senza perdere poi troppo in “spiritualità”.

Ricordo lo stupore provato nel constatare, nel testo di ed. musicale dei miei alunni, l’assenza (orrenda censura) di quel verso immaginato da Lennon: “and no religion too..”.

Certo che anche un mondo senza il Ministro Calderoli…

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Le storie di Scuolamagia

Avanguardie

Basket

Insegnare per sei ore (di fila) nella stessa classe è un crimine contro l’umanità e siamo tutti d’accordo. Proprio per questo ieri, dopo 3 ore e 1/2 di lezione (più o meno) seria, in terzaccì abbiamo inventato la pittura NASTROADESIVISTA. Ideale per pavimenti, parquet, piastrelle. Con un rotolo di nastro giallo ci fai un giocatore di pallacanestro, oppure una mucca, oppure un punk. Con due un chitarrista elettrico.

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Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Voglio fare il C.D.C.D.A.O.

A volte mi chiedo che lavoro vorrei fare se non facessi quello che sto facendo. A volte mi do delle risposte. Ieri sera la risposta è stata piuttosto convinta: il CREATORE DI CERIMONIE D’APERTURA OLIMPICHE. No, non perché si lavora una volta ogni 2 anni. No, non per quello. Non è nemmeno un fatto economico, lo farei anche per 1000 euro mensili. Provate a pensare. Vi danno un budget colossale per incantare il mondo. Volete mettere 300 persone vestite di bianco in uno spazio enorme con un pallone bianco enorme sulla testa a fare i fiocchi di neve? Ok, fatto. Vi sembra che Imagine sarebbe bello la cantasse Peter Gabriel? Ok, ve lo portano. Volete 5 cerchi che volano si colorano si illuminano, si infiammano e che non abbiano un diametro inferiore ai 7 metri? Eccoli: 1, 2, 3, 4 e 5. Pensate sia giusto che all’improvviso compaia davanti agli occhi di tutti un muro metallico scalato da acrobati che alla fine compongono con i loro corpi una colomba della pace? Ok, serve altro? Volete spiazzare tutti e fare in modo che a cantare l’inno nazionale – momento austero, retorico e solenne – sia soltanto una bambina batuffolo con i pon pon tricolori in testa? Eccola. 

(Poi capita che uno voglia anche delle cose disgustose come dei ballerini in costume tipico che ballano il liscio con delle enormi mucche di plastica, ma chi non ce l’ha una pensata storta?)

Il lavoro più bello del mondo. Dovrebbero riservarlo ai megalomani che poi diventano dittatori e giocano coi destini del pianeta.

Io mando il curriculum e vi faccio sapere.    

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Soletta

L’Arcangelo custode

La prima volta si chiudono gli occhi. La seconda si spremono le meningi. La terza si visualizzano le immagini importanti (il cucchiaio, la strada, i baci, il battito). La quarta è tutta musicale, si cerca un passaggio, un cambio di ritmo. La quinta volta si resta come incantati, la sesta un po’ già si canta. Insicuri, giusto quell’attimo dopo: fuori sinc. La settima volta si pensa che quella parola non poteva essere che quella. L’ottava si prova una seconda voce, la nona volta si sente aria di casa, la decima ci si riconosce in un verso. Sìììì, sono proprio io quello lì!!! Ogni volta, alla fine, gli si dice grazie.  

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Le storie di Scuolamagia

Il Tema

Oggi sono sceso nei sotterranei della sede scolastica centrale da cui dipende Scuolamagia. Scale che scendono, corridoi, buio, scaffali. Mi ero messo in testa di cercare un tema vecchio di due anni, composto il 18 novembre 2004. Tre facciate di parole scorrevoli e sincere, una calligrafia rotonda e leggera e blu. Questo post non racconta il perché di questa discesa in quegli inferi di polvere e scatoloni ammucchiati uno sull’altro. Racconta della sensazione forte e strana – seguita all’esultanza per il ritrovamento e a una prima emozionata rilettura di quel foglio di protocollo – di essere circondato dai sogni di un paio di generazioni di ragazzi di quelle parti. Di un grande sogno parlava il tema che stringevo tra le dita, chissà quanti altri ce n’erano in quello stanzone. E chissà come è andata a finire…

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