Di solito mi chiama CAPO. “Sì, Capo.” “Va bene, Capo.” “Se lo scordi, Capo.” Oggi alla quinta ora è seduto davanti al computer. Sta lavorando alla presentazione in PowerPoint con cui all’esame porterà i suoi professori a spasso per l’Himalaya, parlerà loro dei continenti alla deriva, di Erri De Luca e delle portatrici carniche. È prima concentrato, poi perplesso. Poi impreca, poi clicca giusto ed esulta. Poi mi gela, di un gelo bello:
«Ho finito, papà…»
… e sono questi momenti che ti salvano…
l’autore di questo blog è un Grande!
dd
A volte non so se certe “cose” son belle perché son semplicemente scritte bene o se son “stupende-sorprendentementemonstruose”
perché hanno il sapore del verisimile reale antibanale!