Soletta

Il giro d’Italia a Topolò

Se non fossi qui (e chi me lo fa fare di non essere qui…), stasera sarei a Topolò per ascoltare Gian Luca Favetto.

“Sono passati. Sono passati in gruppo. In fuga. Quando si dice una fuga di gruppo. Era quasi sera, notte. Una fuga talmente fuga che erano in anticipo. Sulla tabella di marcia, sulla tabella dei giorni, sulla tabella delle stagioni, sulla tabella dei luoghi, sulla tabellina del nove e sulla carta geografica, che è sempre una carta assorbente, una carta che sente, una carta dei sentimenti. A Topolò, nel lontano tempo che fu e che sarà, il Giro d’Italia passa fiero con tutti i suoi campioni gregari tecnici meccanici direttori sportivi organizzatori giornalisti addetti al catering montatori frecciatori traduttori tifosi appassionati. Quel giorno lì passa. E se è passato una volta, passa tutte le volte. Passa Girardengo, Coppi, Bartali, Bobet, Balmamion, Anquetil, Adorni, Gimondi, Motta, Merckx, Beccia, Battaglin, Pantani, Zilioli, Zandegù, Basso, sia Marino, sia Ivan, Savoldelli, Rujano, De Luca, Cunego, Simoni, De Clerck, Zolla. E a Topolò, per una volta, vedendo le persone assiepate ai bordi della strada, con le mani staccate dal manubrio, i corridori hanno applaudito il passaggio del paese, il paesaggio”.

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