Le storie di Scuolamagia

Cartolina dal 2001

Oggi sulla prima di “Repubblica” c’è una bella storia, ha ragione Michele Serra che la commenta da par suo. Una maestra muore e nel suo testamento destina 25.000 euro ai componenti di una sua vecchia classe elementare, oggi quarantenni. Da docente la signora insisteva sempre sulla necessità di continuare a restare uniti, di aiutarsi a vicenda e una clausola imprescindibile in queste bizzarre “ultime volontà” è proprio la fruizione comunitaria della somma, o il suo utilizzo in favore degli ex alunni della classe che per qualsiasi ragione vengano a trovarsi in difficoltà. Senza bisogno di andarmene all’altro mondo e molto lontano dal possedere 25.000 euro, ho gioito per essere stato protagonista – correva l’anno 2001 – di un gesto piuttosto simile. Scusate il compiacimento. Mi era sembrato di capire che i miei primi indimenticabili 9 alunni stessero perdendo durante l’estate l’occasione di incontrarsi: per pigrizia, timidezza e chissà quale misteriosa ragione. Trovandomi in montagna per alcuni giorni di vacanza, ho acquistato 9 cartoline (raffiguranti, se non ricordo male: mucche), le ho provvisoriamente attaccate con lo scotch e ho disegnato sul retro un grande tabellone, tipo… gioco dell’oca. Ho riempito le caselline di premi, punizioni e trabocchetti, una partenza e un arrivo. C’era la lavagna per finire dietro la lavagna, l’interrogazione a sorpresa, il voto bello e il voto brutto. Scomposto il tabellone, i suoi nove pezzi hanno viaggiato separati verso le case dei cuccioli, senza nessuna indicazione o spiegazione, nella speranza che dal passaparola potesse nascere un incontro di gioco, complice un dado. Alla mia salute.

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Diderot e i tiri ignoranti

Quando ne ho parlato a scuola, di Wikipedia, ho sempre notato nei cuccioli sguardi interessati. Forse per il suono simpatico: uichipìdia, che fa presto a diventare UIKI. Forse perché pensano che un giorno spazzerà via dai salotti i tomi impolverati delle loro enciclopedie cartacee. Forse perché le censure subite in giro per il mondo (in Cina) le regalano un’aria trasgressiva. L’abbiamo utilizzata durante tutto il corso dell’anno, a scuola, e alla fine c’era chi – con mia grande sorpresa – faceva da solo, e belbello se ne usciva con dei “…ho letto su wikipedia che…”. E son soddisfazioni. Come dice Luca Sofri, la più famosa enciclopedia on line fa presto a diventare piuttosto indispensabile e… sorprendente. Un esempio. Accendete la TV e vi sintonizzate su CINA – ITALIA. Sto parlando di Basket. Pensate: bello, questo sport. Raffinato, complesso. E poi siete stufi del calcio coi suoi PO – PO – PO. Gli azzurri in canottiera giocano alla grande. Uno più degli altri: sembra danzare sul parquet e poi può capitare che piazzi uno dei suoi TIRI IGNORANTI. Tiri ignoranti? Cacchio sono, i tiri ignoranti? Beh, basta guardare sull’enciclopedia

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Le storie di Scuolamagia

Cattivissimi maestri

Un luogo comune consolidatissimo vuole che gli alunni delle scuole italiane non siano più quelli di una volta. Screanzati, maleducati, insofferenti delle regole. Che ci siano delle differenze tra i comportamenti dei cuccioli d’uomo di oggi e quelli di ieri mi sembra scontato, tuttavia mi basta pensare alle malefatte di alcuni miei compagni di classe di una ventina d’anni fa (che saranno diventati dei quietissimi mariti…) per rintracciare una continuità secolare nell’insubordinazione infantile. Fa sorridere l’eco suscitata da queste parti da una tesi di laurea dedicata ad un maestro elementare piuttosto particolare, incapace di gestire una nutrita seconda elementare di Tolmezzo, nel corso dell’anno scolastico 1906 – 1907. “Non intendo essere angustiato 4 ore al giorno e non sopporto la prostrazione spirituale che ne consegue”, scrive al Direttore il povero docente. Un uomo di ventitre anni che si mette alla prova davanti a 40 bambini agguerritissimi (e poverissimi: nella foto sul giornale una creaturina in prima fila ha pure sistemato il cappello davanti ai piedi perché non si noti l’assenza di un paio di scarpe…), e ne esce sconfitto. Molto più subordinata si rivelerà l’intera nazione quando qualche anno dopo quel maestro, riposto il registro, deciderà di farsi chiamare Duce…   

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A man can tell a thousand lies

Torno dalla montagna e subito mi appassiono all’ultima disputa tra i potenti della terra. Bush e Blair? Putin e Hu Jintao? No, Madonna contro il Papa. Ovvio che mi schiero subito dalla parte dell’idolo della mia prima adolescenza: vanta infatti pubblicazioni più autorevoli e sulle tragedie umanitarie del pianeta (conflitti, carestie, epidemie) spesso versa parole più concrete ed efficaci di quelle del pontefice. L’oggetto del contendere è una sorta di crocifissione cui la popstar si sottopone nel corso delle tappe del suo tour mondiale. Anche la condotta dell’americana non è priva di macchie, però. La canzone incriminata – quella della crocifissione, insomma… – è Live to tell. Uno dei pezzi che preferivo, cantata e ricantata nel mio personalissimo inglese. Alla quale dedicherei sinceramente tutt’altra scenografia.

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Soletta

Cotone e profumo

Dentro la tasca di un qualunque mattino
dentro la tasca ti porterei
col fazzoletto di cotone e profumo
col fazzoletto ti nasconderei
dentro la tasca di un qualunque mattino
dentro la tasca ti nasconderei
e con la mano, che non veda nessuno,
e con la mano ti accarezzerei…

[Gianmariatesta]

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