Res cogitans, Soletta, Stream of consciousness

Che domanda siamo?

Le librerie sono piene di titoli che celebrano – in un modo o nell’altro – i 150 anni del nostro paese. Più o meno sinceri, più o meno instant book, molti non resteranno e faranno soltanto cassa. Ho come l’impressione che il libro che ci racconta meglio, noi italiani, possa essere in realtà l’ultimo romanzo di Marco Lodoli, dove un bel po’ della nostra storia, e quindi di quello che siamo, la sostanza di cui siamo fatti, è racchiusa nelle vicende di un’unica famiglia e della sua domestica – di nome Italia, manco farlo apposta.

Marianna era pronta da tempo, ma non si decideva a uscire da casa, dopotutto Sant’Agnese sta a poche centinaia di metri da via del Giuba, come uno scoglio davanti alla spiaggia. Continuava a guardarsi nello specchio, a controllare ogni dettaglio, a ritardare e ritardare. Le ho sistemato ancora una volta il velo, e lei mi ha stretto il gomito, e ora eravamo insieme nello specchio, lei vaporosa e bianca, io con un tailleur grigio e duro che mi aveva prestato la signora, lei alta sui tacchi, io un poco più bassa, lei con gli occhi agitati come due pesciolini e io immobile come un’ombra, per sostenerla. Italia, non so se sono felice di sposarmi, mi ha detto piano nell’orecchio, con la voce che scricchiolava. E allora? Allora adesso vado, lui mi aspetta, mi desidera bella e non mi importa se qualche volta si buca. Devo andare, non voglio ma devo, forse ho bisogno di sbagliare ancora tanto altrimenti non capirò mai niente. Ho bisogno di farmi del male, perdonami Italia, tu lo sai come sono, tu mi guardi da quando ero alta così e sai quanto mi manca tutto, è come se fossi solo il vestito e dentro ancora niente, neanche un inizio. Perché sono fatta così, Italia, perché? In questo mondo, io che domanda sono? 

Marco Lodoli, Italia

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