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Il calendario laico di Caterpillar

 

Quando mi capita di rincasare a quell’ora, parlo delle 19:00 o giù di lì, di solito mi ricompongo, rettifico la posizione del guidatore che non ne può più di guidare e mi dispongo all’ascolto di una pagina di radiofonia che fa onore al servizio pubblico.

Vado matto per il CALENDARIO LAICO di Caterpillar. Trovo quel rovistare nel grande sacco delle storie per proporre ogni sera agli ascoltatori il “santino” di un personaggio meritevole di stima e memoria, la “resurrezione” di un popolo, l’ “annunciazione” di un oggetto quotidiano che ci ha cambiato per sempre la vita, di un’opera d’arte divenuta immortale (per dire, scrivo mentre mi raccontano la prima de La Corazzata Potëmkin…), di un’idea, di un diritto, …semplicemente encomiabile.

Prima di tutto perché il progetto immagino contraddica tutti i dogmi della radio commerciale e di successo: profuma di scrittura, di buona scrittura, esige concentrazione, propina fatti spesso inattuali, ha un profilo etico altissimo.

Secondo perché è tutta la squadra del programma ad occuparsene, a turno, senza le gerarchie che sarebbe lecito aspettarsi. Un giorno ci pensa il celeberrimo conduttore, il giorno dopo la conduttrice emergente, quello dopo ancora il webmaster di cui nessuno conosce la voce.

A volte, terminato il breve frammento radiofonico, ho pensato che dovrebbero essere così, le mie lezioni di storia. Una al giorno, ogni giorno un uomo o un fatto umano da santificare. Addio Prima Guerra Mondiale, non servi a niente. Addio cronologia rigorosa degli eventi.

Da anni Caterpillar persegue un umanesimo laborioso e sincero, un umanesimo della porta accanto, ironico e fondamentalmente ottimista. Ci sarà un motivo se in passato ho spesso fermato la macchina a qualche chilometro da casa per non arrivare troppo presto e dover scendere prima che la trasmissione fosse giunta alla fine.

Ecco un esempio scritto e due orali. 

Domani è il 14 novembre
di Massimo Cirri

Il 14 novembre 1889, alle 9.40 del mattino, a New York, una ragazza si imbarca su un battello a vapore. Ha 25 anni e porta con sé il vestito che indossa, un cappotto robusto, una piccola borsa con molti ricambi di biancheria intima e gli articoli da toellette. In un sacchettino legato al collo ha un po’ di dollari, 200 sterline e anche dei lingottini d’oro.

Si fa chiamare Nellie Bly e parte per fare il giro del mondo. E deve farlo il più velocemente possibile, deve battere Jules Verne ed il Giro del mondo in 80 giorni.

Nellie è una giornalista. Ha cominciato a scrivere quando legge un articolo sessista su un giornale e allora butta giù una lettera molto precisa ed incacchiata all’editore. Che la assume. Così scrive numerosi articoli investigativi, poi viene relegata alla pagine femminili. Allora si stufa e va a New York e convince ad assumerla in un quotidiano un signore che di nome si chiama Joseph e di cognome Pulitzer. 

Poi Nellie passa una notte davanti allo specchio per imparare a fare le espressioni facciali da “squilibrata”, poi prende una stanza in un pensionato per operaie e quando è il momento di spegnere la luce dice che non vuol dormire, che ha paura degli altri, che gli altri sono matti. La mattina dopo il proprietario dice che la matta è lei e chiama la polizia. La visitano diversi medici, lei dice che non ricorda nulla. Loro confermano che è proprio matta, “un caso senza speranza”. Così finisce internata al Lunatic Asylum al Blackwell Island, un manicomio femminile. E’ quello che vuole per raccontare la brutalità, il cibo schifoso, i topi dappertutto, i calci delle infermiere, i secchi di acqua gelida. Tutto quello che fa diventare chiunque – dopo un po’ – “matto” davvero. Lei viene liberata dal suo giornale – chissà se ha avuto paura che la lasciassero lì per sempre – e scrive il libro che inventa il giornalismo investigativo sotto copertura. Come mettere insieme Sabrina Giannini di Report e Fabrizio Gatti de L’Espresso. Si intitola Dieci giorni in un manicomio.

Invece per fare il giro del mondo di giorni ne impiega settantadue. Più sei ore, undici minuti e quattordici secondi. E’ il record di circumnavigazione della terra. Attraversa l’Inghilterra, la Francia (dove incontra Jules Verne), il Canale di Suez, Ceylon, Singapore, Hong Kong e il Giappone. Passa anche da Brindisi, viaggiando sempre senza essere accompagnata da un uomo. Poi sposa un milionario.

Così domani 14 novembre Caterpillar si ricorda di quelli che si intrufolano nei luoghi chiusi per raccontarne gli orrori e delle donne che viaggiano da sole.

 

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