Premessa indispensabile: si tratta di un post buonista.
Contiene tracce di umanità ed empatia, frammenti di cura per gli altri e bontà gratuita. Si astengano pure i cinici, gli odiatori seriali, gli svelatori di complotti e i fustigatori di migranti invasori.
Non so voi, ma io ogni tanto ho bisogno di pensare che in queste pagine che scorriamo con il dito, che commentiamo, cuoriciniamo o non cuoriciniamo, ci sia ancora qualcosa di buono che ci avvicina invece che dividerci. Ho bisogno di trovarci il contrario di quel buco nero rappresentato da un mio simile che legge di un incidente con 12 vittime con la pelle di un altro colore e ci scrive sotto “meno 12”. E non lo fa come si può fare di notte con un secchio di vernice a macchiare un muro in maniera anonima. Lo fa con la sua faccia, con il suo nome ed il suo cognome, e poi si mette lì tranquillo a contare i like e gli improperi di quelli che s’incazzano, felice per l’esistenza di entrambi.
Ecco, a me serve il contrario di quella cosa lì.
E ieri l’ho trovato.
Complice del ritrovamento, il leader laburista britannico Jeremy Corbyn.
(“Comunista!”, diranno i miei 25 lettori di destra. Proprio lui, ma la politica questa volta non c’entra).
Il tweet di Corbyn che metto a fuoco sul mio telefono è una sorta di messaggio per qualcuno che non conosco. Si apre con un saluto (Hi!) e continua con un gran bel complimento (you are a shining star) e contiene una lode decisamente impegnativa: sei una fonte di ispirazione per tutti noi.
Destinataria: Jess.
E chi è Jess?
Clicco sull’hashtag riportato dal capo del Labour e tutto diventa subito più chiaro.
Jess è una bambina di 10 anni. Gli ultimi 7 li ha trascorsi lottando contro un male brutto, un male osceno che mi si conficca negli occhi appena clicco su qualche foto e lui sta proprio lì, a pochi centimetri da quel musetto allegro e intelligente. Un male che si vede con la stessa evidenza con cui è possibile inquadrare la dolcezza, la simpatia, la luce di quegli occhi bambini.
Il mondo dei social conosce già Jess, in passato sono esistite raccolte di fondi per permetterle di affrontare cure nuove e particolarmente costose. Questa volta, però, i familiari della piccola hanno lanciato un altro tipo di appello.
Pare, infatti, che non ci sia proprio più nulla da fare. Che le speranze di guarigione siano tramontate. Si tratta vivere il tempo che manca e la cosa che deve essere sembrata chiara e lampante a quelle persone devastate ma inclini al pragmatismo è che una giornata trascorsa attendendo il messaggio di un tuo idolo di bambina possa essere migliore di una giornata priva di quell’elemento emotivo.
Tra i primi messaggi giunti al capezzale di Jess, quello della popstar Katy Perry. Sua la canzone preferita dalla bimba, entrata di prepotenza nell’hashtag ufficiale di questa strana missione: #RoarForJess. L’idea del ruggito forse è appartenuta ad una fase in cui la medicina nutriva ancora qualche speranza per la giovane londinese, ma chi può negare che i prossimi giorni non richiedano comunque un coraggio da leonessa?
Così, rincorrendo l’hashtag di Jess ci si imbatte in attori britannici che ruggiscono in video o per iscritto, in giovani cantanti che hanno composto per l’occasione allegri ruggenti ritornelli, squadre professionistiche di pallavolo che fanno 1, 2, 3 ROOOOAR in favore di telecamera. Ho scoperto grazie a Jess che esiste ancora la cantante Belinda Carlisle: in prima liceo mi avevano regalato una sua audiocassetta.
La protagonista di un talent show britannico, il format per bimbi di “The Voice”, tale @astridsingsjazz. ha preso talmente a cuore la faccenda da riempire le sue giornate con pensieri e opere rivolti alla coetanea costretta a letto. La talentuosa cantante in erba rende un aereo e costringe il pilota a registrare un videomessaggio pieno di coccole, al quale si associa con loghi, livree e profili social ufficiali l’intera compagnia aerea.
Esistono in rete tutta una serie di bizzarri account Twitter di animali: eccoli accorrere in massa, la volpe, il gufo e l’elefante. Ognuno ha un messaggio carino, la gif di un unicorno o qualche emoticon da lasciare in dono. Ti distrai un attimo ed ecco un tweet dello zoo di Edimburgo: con gli auguri celebra l’odierna e mai più azzeccata giornata del leone: roarrrr!
Io di star system britannico capisco poco, ma piovono messaggi di cantanti, attori, dj, ballerine e disegnatori, tutte celebrità rigorosamente certificate dal social network con la sua “v” azzurra a fianco del nome. Perché i Personaggi conoscano la storia di Jess, però, è indispensabile il lavorio incessante dei mille taggatori sconosciuti che invitano i propri beniamini ad unirsi alla causa, stanando calciatori milionari e primi ministri. Messaggi hanno già raggiunto Justin Bieber e Paul McCartney, J. K. Rowling e Theresa May. Nei prossimi giorni per Jess potrebbero esserci altre sorprese.
Ogni sera, i familiari stilano un tweet per relazionare il mondo sulla giornata appena trascorsa dalla bambina. Al mattino abbastanza bene, al pomeriggio abbiamo dovuto aumentare la dose di morfina. Oggi Jess ha riso molto, ieri è andata un po’ peggio.
Jeremy Corbyn, Belinda Carlisle ed io aspettiamo quel tweet, ci sentiamo un po’ buonisti ma non certo scemi. Poi ruggiamo piano, quasi in silenzio, perché forse Jess si è già addormentata.