Sfoglio il “Venerdì” e ritrovo una foto che è una cara vecchia amica. Penso all’istante quello che ho pensato ogni volta che l’ho guardata. Che in quello scatto ci sono due gatti, oppure – fate voi – due Else Morante.
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E t’ero uguale!
Uguale! Ricordi, tu,
arrogante mestizia? Di foglie
tetro e sfolgorante, un giardino
abitammo insieme, fra il popolo
barbaro del Paradiso. Fu per me l’esilio,
ma la camera tua là rimane,
e nella mia terrestre fugace passi
giocante pellegrino. Perché mi concedi
il tuo favore, o selvaggio?
[…]
Elsa Morante, Canto per il gatto Alvaro