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Cliccando sui 2 nuovi link (Gita a Firenze & Sessant’anni F.A.) i miei venticinque lettori possono leggersi il testo della penultima fatica teatrale a Scuolamagia e guardare 51 scatti fiorentini. “Ma anche no”, diranno.
Vabbè!

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D’un fiato…

L’ESTATE GIGANTE di Beatrice Masini (Fabbri editori) è un libro per ragazzi, quindi per tutti. La protagonista e voce narrante è una ragazzina indimenticabile, emblema di un’età sospesa e difficile. Impossibile non affezionarsi a lei, nonostante l’autrice del libro non le abbia nemmeno dato un nome. Poco importa, ad ogni lettore ne verrà in mente almeno uno. Quello di una persona conosciuta, oppure il proprio………………………………………………………………….

“Il mare fa un lavoro preciso, con i sassi. Porta via le asperità, liscia e lavora, prendendosi tutto il tempo del mondo. I sassi di mare sono perfetti. E se anche i ricordi alla fine diventano così, piallati, plasmati, smussati? Ridotti alla loro tonda essenzialità. Corretti dal tempo. Gli spigoli dimenticati. Se certa verità pungeva, io adesso non lo so più.”

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Pellegrini

Per alcuni ragazzi del paese dov’è sita Scuolamagia, alunni ed ex alunni, alle tre di questa notte suonerà la sveglia. Si tratterà di percorrere alla luce di una torcia elettrica un sentiero di montagna alla volta del confine austriaco, e oltrepassarlo. Ore e ore di marcia, sotto qualsiasi cielo ci sia questa notte. Un tradizionale pellegrinaggio in onore di una madonna o madonnina. Qualcuno ha scelto di partire in bicicletta ed avrà davanti 100 km e tanta salita. Un grande rito collettivo, qualcosa che mai nessuno – anche se non ha voglia di partecipare – dirà “è una stronzata”. Ogni tanto a questa pozzanghera laica solitaria e asociale mancano un po’, i riti come questo.
Tra qualche minuto a pochi chilometri da qui un’altra “processione” tenterà di avvicinare Costantino, ospite di una sagra colossale. Ognuno ha i riti che si…
Buona strada, cuccioli. E fate attenzione.

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Calligrafie

Poi succede che le due persone più diverse del pianeta abbiano le calligrafie identiche (d’accordo, dopo che uno le ha confrontate per ore s’accorge che le “g” – entrambe assurde – in realtà pendono sulla riga successiva in direzione opposta). Così arriva una cartolina ed è come se fossero due. Ma poi, per fortuna, è una, è una…

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L’ultima volta

Oggi, prova di italiano, ho viaggiato per l’ultima volta dentro le loro scritture. Sono naufragato nell’Atlantico vittima di un dirottamento aereo, ho immaginato un gatto stravaccato, ho capito che con mille euro a Calcutta si costruisce un ospedale, ho capito che il bersaglio da colpire nel biathlon è davvero piccolo piccolo, ho scoperto che il concorso dei biscottiwè è tutta una truffa, ho visto un bacio lungo e appassionato davanti al panorama di Ulan Bator, ho guardato 3 che vomitavano nel Pacifico, diretti all’isola di Pasqua. Certo, …grazie, ma adesso? E io come faccio? Comunque, cari 7,… scrivivete sempre così.

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100 mt

Era la scena cui tenevo di più. Sotto la calda coperta di una musica bella, 4 attrici e 3 attori impersonavano 4 atlete e 3 giudici di gara in una batteria dei 100 mt. Era la storia vera di Lima Azimi, afghana, sprinter improvvisata tra atlete professioniste e spietate. La corsa, i 100 mt, avevo voluto diventasse la gara tra quattro scritte con i gessi colorati sull’asfalto nero: parole veloci (soldi, successo, gloria…) e una parola lenta e preziosa (libertà).
Solo pochi secondi prima dello start ho realizzato che, dovendo svolgere il ruolo di voce fuori campo (l’intera vicenda raccontata dalla bravissima Emanuela Audisio su “Repubblica”), proprio io (solo io!!!) non avrei potuto assistere alla scena. Non avrei visto le facce, seguito quei movimenti che avevo immaginato e un po’ sognato.
Ho rivisto tutto – qualche minuto dopo, in differita – negli occhi (di luce) dei miei strepitosi attori.

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