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Gioco di RUOLO

Un anno fa a quest’ora stavo attendendo che una solerte funzionaria del ministero dell’Istruzione pronunciasse il mio nome. Poi mi sono alzato e sono andato a scriverlo, il mio nome, a fianco della sede scolastica in cui avevo individuato la mia cattedra (e chi l’ha mai usata, la cattedra?). Era la fine del precariato – un sogno per tanti, un miraggio per troppi – ma non ricordo particolari emozioni. Prendevo ciò che mi spettava, e aspettavo di tornare nel luogo che mi aveva “preso”.

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