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Pozzanghera Music Awards

Ieri sera (notte) sono tornato (dopo molto tempo) a calcare il palcoscenico della mia terrazza (3 metri x 1,5) al secondo piano per uno dei miei tradizionali concerti per chitarra e voce. Erano le 23.45 quando ho imbracciato Clarissa (la chitarra, classica) e mi sono affidato a un piccolo vento morbido e al silenzio della strada davanti, rigorosamente deserta. Il concerto è iniziato con Il tuo culo e il tuo cuore di Roberto Vecchioni, brano poco adatto, lo ammetto, al tipo di evento e di arena, più adatta alle atmosfere raccolte. L’esecuzione non è stata un granché, ma per fortuna la performance è proseguita seguendo un filo più intimista. Nell’ordine un passante avrebbe potuto ascoltare (fortunatamente non l’ha fatto…) Mimì sarà e Un guanto di Francesco De Gregori, Dita di Claudio Lolli, Prima del temporale di Enrico Ruggeri e la Stazione di Žima e Figlia dello stesso Vecchioni. Gran finale con una cover di Paola Turci, Ti amerò lo stesso, decisamente l’esecuzione più riuscita. Eccezionali la scenografia, un tripudio di mutande su stendibiancheria arrugginito, e le luci, calde con un abbraccio di moscerini. Stasera, forse, si replica.

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