Ha letteralmente volato. È passata subito al comando, pochi metri dalla linea della partenza. Erano 600, quelli da percorrere sulla corsia color mattone. Sempre in testa, mai girata la testa indietro. Non si è mai scomposta, Ale, nemmeno alla fine, quando l’atleta giunta seconda aveva ormai smesso di ostacolarla. Paradossalmente, nei temi in classe in cui si immaginava mezzofondista o maratoneta di successo era tutto più difficile e le vittorie erano più sudate. Poi, tagliato il traguardo, un sorriso sincero e la solita aria di chi ha già qualcosa di più vivo da rincorrere di una vittoria già passata.
Nel mio pomeriggio da tifoso di atletica leggera c’era anche Giù con i suoi salti in alto, purtroppo quasi invisibili dagli spalti.