Res cogitans, Stream of consciousness, Tutte queste cose passare

Tra gli odiatori di Gentiloni e i bibliofili di Lodovica Comello

Lodo

Fate quest’esperienza, o se non avete tempo lasciate che ve la faccia fare io nelle poche righe che seguono.

Andate sul profilo Twitter del Presidente del Consiglio. Il 27 dicembre, ieri rispetto a questo post, ha fatto gli auguri alla Costituzione. Piuttosto banalmente, ha scritto “Evviva”. Banale, ma le banalità bisogna sapersele permettere. Oggi, infatti, nel corso della conferenza stampa di fine anno ha  riconosciuto ridacchiando di aver pronunciato poco prima una Frase Storica. Aveva detto che “il Governo governerà”. Ecco, adesso però leggete cos’hanno scritto sotto (al momento) 605 italiani come me, come voi. Adulti con nome  e cognome, gente con un titolo di studio ed un lavoro, appassionati di politica, non profili fake dai nomi improbabili.

Ok, so che non ci siete andati, a leggere. E vi capisco. Però avete capito cosa avreste trovato.

Andiamo avanti.

Andate ora sul profilo Instagram di Lodovica Comello. Esatto, sì, proprio lei, la mia conterranea. 28 dicembre: la giovane cantante è in partenza per Buenos Aires. Raggiunta Milano, prima di arrivare farà scalo a San Paolo. Una bella maratona, tant’è che la Nostra esibisce sulle ginocchia il libro che l’accompagnerà durante il viaggio: David Grossman, Qualcuno con cui correre.

Ora fate come con Gentiloni: leggete sotto. Tenete a mente che l’illustre friulana spopola tra i tredicenni e forse l’età l’ho pure sparata grossa. Spopola tra ragazzine che si autonominano “lodo.my.heaven”, “lodofanatica” e “lodofanaticaxsempre”…

Ecco, invece, sorpresa.

Sotto quella foto trovate un ricco elenco di letture. Sì, le fan, quasi tutte femmine, ricambiano il consiglio e elencano ognuna la lettura del cuore, quella che ti cambia la vita.

Una festa di libri, un elenco che manderebbe felicemente in soffitta gli elenchi distribuiti da certi insegnanti di lettere prima dell’estate, con Il sentiero dei nidi di ragno stufo anch’esso di starsene lì da 25 anni, tra Pavese e Edgar Allan Poe.

Questo Cormac McCarthy, Lodo, segnatelo. E anche quel Ray Bradbury.

Il diario di Anna Frank, sì cara, quello dei tifosi della Lazio.

E poi Stieg Larsson, Carlos Ruiz Zafon.

Ma anche Wonder, magari complice il film nelle sale.

Un amore di Buzzati, oh yeah. Cime tempestose e la biografia di Bebe Vio, Delitto e castigo e Macbeth.

L’arte della Gioia, Lodoooooo, di Goliarda Sapienza: “Bello impegnativo ma di un’intensità pazzesca”. Come dare torto alla tua fan?

Poi c’è quella che non ricorda il titolo e quella che ha scordato l’autore, pazienza.

Io intanto sto molto meglio e penso all’idea che hanno gli adulti dei ragazzini sui social.

(Nel frattempo, Comello ha già detto se si candida con Renzi o con Liberi e Uguali?)

 

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Soletta, Stream of consciousness

La consegna espressa del bambino virgola

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Proprio accanto al cancello della scuola su cui un’infermiera dipinta somministrava a un bambino dipinto una vaccinazione antipolio dipinta, un circolo di donne assonnate, lavoratrici itineranti del cantiere stradale poco lontano, attorniava un bimbetto accovacciato come una virgola sull’orlo di un tombino aperto. le donne stavano in piedi appoggiate a badili e picconi in attesa che il divo si esibisse. La virgola teneva gli occhi fissi su una delle donne. La madre. Gli venne l’ispirazione. Produsse una piccola pozza. Una foglia gialla. La madre posò il piccone e gli lavò il sederino con l’acqua fangosa di una vecchia bottiglia di Bisleri. Con il liquido rimasto si sciacquò le mani e inondò la foglia per mandarla a finire nel tombino. Nulla in città apparteneva a quelle donne. Non un minuscolo lotto di terreno, non una baracca in uno slum, non un tetto di lamiera sopra la testa. Nemmeno il sistema fognario. Ma adesso avevano lasciato un poco ortodosso deposito diretto, una consegna espressa spedita nel sistema. Forse quello era il primo passo per appropriarsi della metropoli. La madre prese in braccio la virgola, si mise in spalla il piccone, e il piccolo contingente si  allontanò.

Arundhati Roy, Il Ministero della Suprema Felicità

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