«Confusione. Appena fuori dall’infanzia, i ricordi s’infittiscono senza un filo. Adolescenti si è tutto o niente, distratte, ansiose. Leggo in altre biografie le avvisaglie di un destino: a me non è andata così. E confusi sono i sentimenti.»
«Non ricordo di aver invidiato la pipì in piedi, e perché poi? Io mi accucciavo incontrando con gli occhi un granchietto o un’erba, e subito su odorosa di mare o di giardino. Certo scalare papà e torreggiare sulle sue spalle era una gran sensazione. Insomma che i sessi fossero due era ovvio come l’avere due gambe e mancare di coda. Ma essere donna è invece tutto un lavoro, una prescrizione e un dubbio.»
Non si può dire che l’abbia letta d’un fiato, l’autobiografia di Rossana Rossanda. Più di un capitolo ha richiesto una concentrazione laboriosa, e qualche sforzo di memoria in direzione di antichi esami di storia all’università. Ma che scrittura!!! Limpida lucida tagliente essenziale!
Prossime letture: la graphic novel Goražde di Joe Sacco e Italia, provincia del Giro di Gian Luca Favetto.