Soletta

Si vede

Da questa finestra si vede il viale lungo e in fondo al viale il semaforo da dove tu arrivi a casa. Anche se c’è la nebbia si vede, o lo smog, o la polvere alzata da tutte le cose che passano qui sotto in continuazione.

Si vede l’autobus, ventinove rosso, e io lo prendo poco volentieri, da quando tu non mi accompagni più al lavoro tutti i giorni, perché hai cominciato a dire che il giro è lungo e arrivare tardi non conviene proprio.

Si vede il bar di Nando, dove ci siamo conosciuti e non ricordo neanche bene come, perché mi si è perso tutto dentro il tempo che ho nella mia mente, tempo che ognuno ha diverso, anche nei momenti uguali della giornata. Diverso e strano.

Si vede la gente fuori dal bar, adesso che è estate, a parlare del pallone, tutta la brava gente dalle idee ben chiare sulla formazione, sulla politica fatta a pezzi, e sul padrone. Si vede anche da lontano che non sanno cosa fare e hanno tempo da passare a far commenti sulle donne e sulle cose che passano, se passano. Le donne e anche le cose.

Si vede la bicicletta che mi hai regalato, legata al palo del divieto con una catena, che non la freghino come hanno fatto ad Arturo. Si vede anche la casa di Arturo, con lui dietro la finestra a sbirciare, per vedere se io lo vedo, perché ancora credo che mi voglia bene e si vede che guarda male la bici che tu mi hai regalato. La odia, attaccata com’è al palo.

Si vede l’alimentari dove vado sempre, ma compro meno roba e vado solo, perché tu vieni su di meno e adesso non mi porti tutti i giorni in macchina al lavoro.

Si vede la tua macchina che arriva dall’incrocio, fino qui sotto dentro il parcheggio. Si vede che posteggi e scendi, bello, lanci uno sguardo alla finestra per vedere se ti vedo, se vedo i calzoni che ti ho regalato, la stessa mia misura, uguali ai miei, presi al supermercato.

Si vede che parli con Nando del bar, che asciuga le sue mani sul grembiale e parla con te che ridi, sembri felice, con la risata forte e sembra tutto uguale.

Si vede che saluti, ti fermi, ti guardi ancora un poco attorno prima di salire, e poi cammini verso casa, dove staremo insieme.

Si vede che cammini, verso casa e anche da come cammini si vede che non mi vuoi più bene.

 

Ugo Riccarelli, Pensieri crudeli

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