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Le mie dita sono sottili:
si plasmano alle cose
e a lungo ne conservano
l’impronta –
per un spino sanguinano,
per una piuma tremano
di dolcezza.
Le mie mani son così pallide:
attraversate dalla via
in ogni senso – come
da lunghe vene
azzurre.
Forse la loro pace
è fra i tenui riccioli
di un bimbo.
[…]
Antonia Pozzi, Le mani, 6 dicembre 1934