Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Ascesa al Monte Ventoso

Uno che non ha i riti va a finire che se li inventa. Oggi cominciava l’inverno e finiva quella stagione iniziata alla fine dell’inverno scorso (per me le stagioni sono due: l’inverno e quell’altra). Tra qualche giorno, infatti, nel paese dove lavoro potrebbe potenzialmente nevicare a dirotto. Oggi, invece, ottobre offriva un pomeriggio decisamente mite. La data doveva essere celebrata a dovere, con un rito in bilico tra i perenni cicli della natura, indifferente al destino di noi prato di aghi sotto il cielo.

Con Maddalena ho affrontato la salita (praticamente un muro) che porta sul Cret di Navos, 1241 metri da cui guardare il paese di Scuolamagia e rimanere incantati. Come sul cornicione di un palazzo di quasi 400 metri (le abitazioni sorgono a quota 900 metri) ho spiato i miei alunni formichine che si avviavano verso il doposcuola, gli ex alunni che smontavano dalla corriera, mille altri dettagli dentro un unico vertiginoso panorama.

Ora l’inverno può davvero coprire tutto, pulire tutto.

Il rito è compiuto.

Penso di non aver mai scritto un post così brutto.

Scusa Madda (e grazie), scusa a tutti.

La foto è tratta da wikipedia, che tutto quello che scopro sa già, e questo mi fa un po’ paura. 

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