Le storie di Scuolamagia, Soletta

La copertina

Non è la prima volta che mi capita di imbattermi in un libro così. Apparentemente innocuo, grazioso e accattivante nell’estetica, tuttavia custode di parole crudeli e scandalose. Incredibili proprio perché concrete e riferite a fatti realmente accaduti. In copertina c’è il volto di una bambina riflesso in uno specchio. Un volto truccato, il volto di un clown. Il titolo è ancora più rassicurante: Buongiorno, buonasera, ti voglio bene.

Tanti colori vivaci, comanda un rosso buono. Dentro, la storia di Corina, ragazza cresciuta nella follia delle strade di Bucarest, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. Una tragedia lunga diciotto capitoli, tra il freddo delle notti rumene, la violenta solidarietà tra simili, la discesa nelle fogne, i furti, i pranzi nei cassonetti, gli stupri subiti e inferti, la colla inalata per dimenticare e dimenticarsi, i tagli e le bruciature sulla pelle. C’è anche un riscatto, nel libro, legato all’incontro con il clown francese Miloud, al quale il Nobel per la pace non lo danno ma dovrebbero farlo ogni anno per almeno un secolo.

Stamattina ho pure avuto la brillante idea di cliccare qua e là alla ricerca di immagini che raccontino questa tragedia quotidiana che si consuma nel vecchio continente.

Mi casca addosso con periodica esattezza, la storia dei ragazzi come Corina. Poi, nei giorni successivi, faccio sempre la mia parte per raccontarla, per diffonderla. Senza inganni, con onestà. Quella che manca a una copertina che promette zucchero filato mentre avvolge pagine di aceto.

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