Le storie di Scuolamagia, Res cogitans, Stream of consciousness

Nuotare stanca

Forse quella mattina, dalla torre, Ian Thorpe voleva guardare lontano.

Ma quel giorno era l’11 settembre 2001 e quella torre era una delle 2 Torri.

Poi il destino aveva voluto che dimenticasse la macchina fotografica in hotel e che corresse a prenderla.

E quello era il momento giusto.

Anche per capire che di guardare troppo lontano spesso non è proprio il caso.

Cinque anni dopo, l’uomo con l’aneddoto da raccontare ai nipoti più spettacolare e mostruoso che ci sia, smette di essere un fenomeno del nuoto e lo fa a 24 anni (appena compiuti!).

Nel paese dei dinosauri, dei perpetui e dei dinosauri perpetui è una notizia sconvolgente, anche se parliamo di sport e quindi di attività comunque “a scadenza” piuttosto ravvicinata.

 

Scrive oggi Emanuela Audisio, su “Repubblica”:

«Lo sport ti fa scivolare via su tante cose, ti fa surfare sui dolori, ti consegna calendari già confezionati, ti dice di fare lo squalo, di azzannare tutto in fretta perché il cronometro corre. Thorpe ha scelto un altro tempo. Il suo. Quello lento della libertà, quello dove ci si arena. Non vuole più accelerare, lucidare orgogli, mettere il costume in valigia. Meglio tornare a camminare sulla terra: e a inciampare.»

 

Stamattina a scuola ho colorato, spiegato, sgridato, giocato, vigilato sulle regole del gioco. Pensato che se un giorno tutto questo non mi desse quello che mi sta dando sarebbe bello avere il coraggio di smettere, di dire basta.

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