Le storie di Scuolamagia

Sociologia del cartone animato: Mighty Atom & Emily the Strange

A margine delle lunghe riunioni tra professori, nei giorni degli esami, ho captato i soliti discorsi tranchant sugli adolescenti di questo inizio secolo: sono fannulloni, trovano sempre la pappa pronta, noi quei voti ce li dovevamo sudare. Io da tempo penso invece che il vivere dei 12-13-14-15-16…enni sia più facile solo in apparenza, se non addirittura più difficile. Perché il mondo squadernato davanti ai loro occhi è tremendamente più complesso di quanto non lo fosse quello squadernato davanti ai miei. Faccio un esempio, usando i cartoni animati. L’infante titolare della Pozzanghera amava il robottino Astroboy, il quale – creato in un Giappone postbellico decisamente ravveduto – era la quintessenza del Bene, era inequivocabilmente dalla parte giusta. Spaccava tutto, da buon eroe poderoso, ma la causa era sempre una “giusta causa”.

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Ecco, Astroboy piace anche ai miei alunni, anche se lo possono conoscere soltanto tramite i miei racconti, una vecchia sigla nell’mp3, qualche video di YouTube. Però ai miei alunni piace anche Emily.

Un marchio più che un vero personaggio, e già questa è una bella differenza (è nata prima la maglietta con la scritta o la scritta sulla maglietta?). Emily, dice wikipedia, è un’adolescente disincantata, si dimostra piena di depressione esistenziale (!!!!!!), è aggressiva, anche verso chi la ama (!!!!!!!!), parla spesso di morte (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) e augura a tutti “felici incubi”, è avida e fa pagare gli sgarri. Ecco, leggere e interpretare tutto questo non dev’essere una passeggiata. Perché magari il quaderno da cui Emily ti guarda da sotto la frangetta corvina te l’ha regalato proprio la zia che ti raccomanda di comportarti bene e aiutare il prossimo tuo amen. Soltanto un esempio, moltiplicatelo per quanto volete e pensate – se avete l’età – a quando eravate piccoli e il bianco era bianco e il nero era nero, il rosso era…

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