Le storie di Scuolamagia, Stream of consciousness

Rintocchi

Di solito è piccola e mezza scassata. Spedisce nel corridoio acuti rintocchi elettrici. Segna il confine tra una lezione lagna e una lezione degna, una lezione con l’anima. Anche viceversa, però. La migliore è quella delle 10.30, che è campanella ma anche fischio d’inizio (per i calciatori), o attacco del pezzo da ballare (per le ballerine). Di solito, ma oggi no.

Oggi il suono che ha fermato tutto veniva da più lontano. Veniva da quel campanile che tutti a Scuolamagia utilizzano come un orologio. Tutti tranne me che non sono abituato, e chiedo “che ora è?” anche se la risposta si staglia davanti al mio naso. Suonava la morte di un paesano, il triste battacchio. E i cuccioli si sono fermati tutti, percorsi da un’inquietudine lieve. In una frazione di secondo hanno pensato al vecchietto colle tapparelle sempre abbassate, all’anziana che bisogna fare piano quando si gioca davanti a casa sua, a chissà cos’altro. È bastato per stupirmi questo loro riconoscersi in un rituale, questo leggere ed interpretare un codice appartenente ad una comunità. Qualcosa che li differenzia da me, individuo che più individuo non si può. Qualcosa che li lega e radica. Poi finalmente è suonata anche la campana piccola, sono corsi a occuparsi di Eros e fanculo a Thanatos.   

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