Soletta

Cinema!!! (2)

I film di Francesca Archibugi funzionano tutti pressappoco nella stessa maniera. E per fortuna, dico io. Ci sono ragazzi (e chi li racconta, al cinema, i ragazzi?), c’è tutto un mondo intorno vivace e colorato (e questa volta, in India, di più…), ci sono adulti disperati che ti fanno pensare che per la regista il CRESCERE dev’essere proprio una rovina… Ci sono sempre tanta dolcezza e tanta sensibilità, ci sono dialoghi asciutti e profondamente poetici: tolgono qualcosa al realismo ma aggiungono magia. Ci sono parole che vorresti aver detto, ci sono parole che dirai domani. C’è sempre Marco Lodoli che fa la comparsa, nei film di Francesca Archibugi, e i personaggi hanno nomi stranissimi (Siddharta, Apollonio detto Pollo…). C’è sempre qualcuno che prega, ma sono sempre preghiere strane, diverse, e il dio non è mai lo stesso. Ci sono lietofine un po’ scontati addolciti da un ultimo guizzo d’originalità, magari solo un fotogramma che ti sorprende.

Ho raccolto (scrivendoli sul telefonino) alcuni frammenti di dialogo che mi hanno colpito. Brevi, ovviamente. Li ho portati via con me.

La trentaquattrenne al diciottenne innamorato:

«Nessuno mi guarda come mi guardi tu. Tu non mi giudichi mai…»

Il diciottenne a proposito della trentaquattrenne:

«Non è che mi piace… mi serve… come le scarpe… come il sonno…»

Il diciottenne alla trentaquattrenne che gli ha appena detto di andarsene:

«Allora se non mi vuoi sono qualcosa…»

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