Soletta, Stream of consciousness

I bambini di Topolò

Prendiamo una panca. No è meglio una coperta, la mettiamo per terra e ci sdraiamo. Sbrigati che comincia. Guarda quante stelle. Dormi? Io quasi, tu?

È un luogo incantevole, il cinema di Topolò. Vecchio muro di una casa vecchia, le poltroncine tra i sassi, qualche scalino, pochi fili d’erba. L’incantesimo più bello, però, lo fanno i bambini. Perché ci sono, nonostante le proiezioni lunghe e spinose. Si sdraiano per terra, tra il loro corpo e la linea dello sguardo verso il cielo c’è un angolo retto. Hanno 5, 7, 9, 11 anni e hanno il fiatone per il Nascondino di cui si sono appena spenti gli echi. Ma adesso tacciono, anche se nessuno ha fatto shhhhhhhhhht, forse tra un po’ dormiranno. Qualcuno deve aver loro detto che su quel muro bianco tra poco succederà una magia.

Puntualissima.  

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