Le storie di Scuolamagia

Il Galimba

Quando Umberto Galimberti, su "D", parla (scrive) di scuola, a noi del mestiere viene spontaneo incassare la testa nelle spalle, con le braccia sollevate nel tentativo di proteggerla. E son sberle non da poco.

 

«Ma sarebbe necessario che questi insegnanti, prima di essere assunti nella scuola, fossero sottoposti a un test di personalità per verificare innanzitutto che non abbiano gravi patologie e poi, in assenza di queste, che non abbiano rigidità caratteriali, sfondi marcatamente depressivi, che, oltre a conoscere la materia, abbiano buone capacità comunicative ed empatiche, perché tutti sappiamo che chiunque, e in modo particolare lo studente, non impegna la volontà all’infuori dell’interesse, che l’interesse non esiste al di fuori del legame emotivo, che il legame emotivo non si costruisce quando il rapporto tra insegnante e studente è un rapporto di reciproca diffidenza, quando non di assoluta incomprensione. Non ho mai capito perché se uno è alto un metro e cinquanta non può fare il corazziere, mentre un laureato senza alcuna delle qualità sopra elencate, e magari senza alcuna inclinazione all’educazione degli adolescenti, possa fare l’insegnante.»

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