Soletta, Stream of consciousness

Carteggio

Cara Sara,

stasera volevo scrivere un bel post, ma non è aria. Non che manchino gli argomenti, no… C’era ancora qualcosina da dire sulla neve dei giorni scorsi, c’era Fiorella Mannoia che ha appena cantato in tv una canzone bellissima e struggente, c’era il disegnone che sto lentamente facendo, sommerso dai miei pennarelli. C’erano i pacs, e c’era quello che vuole attraversare lo Stretto camminando sopra il cavo d’acciaio. Illuso, provi a scrivere su un blog in una notte come questa, notte di aghi nella testa, provi… e poi vediamo cos’è più difficile… Così scrivo a te, piccola, per chiederti se stai bene, se è tutto ok. Sai che io non ti chiedo di tornare (certo: volver…), perché voglio credere che tu te ne sia andata spontaneamente, senza costrizione alcuna. Ci tenevo a salutarti, e a dirti che ti penso quando mi sento un po’ perso, come ti sentivi tu prima di far perdere le tue tracce. Abbi cura di te, buonanotte.

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