Res cogitans

La vertigine non è paura di cadere…

Maurizio Crosetti racconta su “Repubblica” il Mondiale di ciclismo e mi ricorda quel nesso sottile tra i pedali e la sofferenza, ché le volte in cui la gamba girava meglio erano sempre quelle che il cuore stava lì fermo e ingolfato, e nella testa si disputava una folle volata di pensieri.

                               

«Questo è un uomo che corre, e vince, col dolore dentro. Perché Paolo Bettini riesce sempre a trasformare la sofferenza in trionfo, quella sofferenza che è il suo vero doping. L’anno scorso, dopo il mondiale e la morte del fratello, volò al Giro di Lombardia come ossessionato da una vertigine di distruzione: strisciava i muri della discesa e sembrava un pazzo suicida, invece quell’accarezzare la fine era un modo per annullarla, disperatamente».

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