Scelta l’immagine, figlia di un enigmatico frammento di Archiloco, che canta così: “LA VOLPE SA MOLTE COSE, MA IL RICCIO NE SA UNA GRANDE”; sciolto l’enigmatico frammento, ad I.B. s’affaccia un possibile spartiacque d’intellettuali od anche, volendo, dell’umanità intera: i RICCI riferiscono tutto a UN UNICO PRINCIPIO ISPIRATORE in base ad una visione morale del mondo gerarchizzato e irrinunciabile; le VOLPI, al contrario, perseguono MOLTI FINI, SPESSO DISGIUNTI E CONTRADDITORI, magari collegati in modo generico, per qualche ragione psicologica o fisiologica, non unificati da un principio morale ed estetico. E così tra i RICCI troviamo: Parmenide, Platone, Lucrezio, Dante, Pascal, Hegel, Dostoevskij, Proust e P…; tra le VOLPI invece ci son: Eraclito, Erodoto, Aristotele, Erasmo, Montaigne, Moliere, Goethe, Puškin, Balzac, Joyce e M… I.B., appena la cosa s’è fatta seria, interrogato, dice che: “È SOLO UN GIOCO, DA RAGAZZI, DA RAGAZZI-STUDENTELLI APPROSSIMATIVI”. Approssimativi sì, ma a cui però non sfugge che in quel rebus antropozoomorfo si cela un serissimo problema-enigma-domanda: “ESISTE UN IDEALE UMANO OGGETTIVO E UNIVERSALE, (magari quello del P di PADRONE “LIBERALE”) oppure LA NOSTRA NATURA UMANA È PORTATRICE DI VALORI CHE, UGUALMENTE SACRI ED ASSOLUTI, FINISCONO PER ENTRARE IN COLLISIONE TRA LORO SENZA CONCEDERCI LA POSSIBILITÀ DI POTER STABILIRE CON SICUREZZA UN’OBIETTIVA SCALA GERARCHICA?” … E così, sciogliendo un enigmatico frammento d’Archiloco, attraverso l’ebreo I.B., (che temeva d’essere definito “il più importante filosofo lettone”), si precipita rovinosamente contro una semplice domanda. E così una domanda per “consentirci” di trovare una semplice bussola, che ci orienti nel vivere un’esistenza quotidiana dal sapore d’umanità, ci spezza le reni del cervello. E “così l’incarnato sano della determinazione è fatto smorto dal pallido aspetto del pensiero” (W.S.). (6.3.19; le riflessioni su “Prosciutto cotto” sono debitrici di Franco Marcoaldi in VOCI RUBATE) 19 marzo 2006 at 07:51 Rispondi
il tuo non sarà……
l’ottimismo della ragione?????
Scelta l’immagine,
figlia di un enigmatico frammento di Archiloco, che canta così:
“LA VOLPE SA MOLTE COSE, MA IL RICCIO NE SA UNA GRANDE”;
sciolto l’enigmatico frammento,
ad I.B. s’affaccia un possibile spartiacque d’intellettuali
od anche, volendo, dell’umanità intera:
i RICCI riferiscono tutto a
UN UNICO PRINCIPIO ISPIRATORE
in base ad una visione morale
del mondo gerarchizzato e irrinunciabile;
le VOLPI, al contrario, perseguono
MOLTI FINI, SPESSO DISGIUNTI E CONTRADDITORI,
magari collegati in modo generico,
per qualche ragione psicologica o fisiologica,
non unificati da un principio morale ed estetico.
E così
tra i RICCI troviamo:
Parmenide, Platone, Lucrezio,
Dante, Pascal, Hegel,
Dostoevskij, Proust
e P…;
tra le VOLPI invece ci son:
Eraclito, Erodoto, Aristotele,
Erasmo, Montaigne, Moliere,
Goethe, Puškin, Balzac, Joyce
e M…
I.B., appena la cosa s’è fatta seria, interrogato, dice che:
“È SOLO UN GIOCO, DA RAGAZZI,
DA RAGAZZI-STUDENTELLI APPROSSIMATIVI”.
Approssimativi sì,
ma a cui però non sfugge che in quel rebus antropozoomorfo
si cela un serissimo problema-enigma-domanda:
“ESISTE UN IDEALE UMANO OGGETTIVO E UNIVERSALE,
(magari quello del P di PADRONE “LIBERALE”)
oppure
LA NOSTRA NATURA UMANA È PORTATRICE
DI VALORI CHE, UGUALMENTE SACRI ED ASSOLUTI,
FINISCONO PER ENTRARE IN COLLISIONE TRA LORO
SENZA CONCEDERCI LA POSSIBILITÀ DI POTER STABILIRE
CON SICUREZZA UN’OBIETTIVA SCALA GERARCHICA?”
… E così, sciogliendo un enigmatico frammento d’Archiloco,
attraverso l’ebreo I.B., (che temeva d’essere definito “il più importante filosofo lettone”),
si precipita rovinosamente contro una semplice domanda.
E così una domanda per “consentirci” di trovare una semplice bussola, che ci orienti
nel vivere un’esistenza quotidiana dal sapore d’umanità, ci spezza le reni del cervello.
E “così l’incarnato sano della determinazione è fatto smorto dal pallido aspetto del pensiero” (W.S.).
(6.3.19; le riflessioni su “Prosciutto cotto” sono debitrici di Franco Marcoaldi in VOCI RUBATE)