Res cogitans, Tutte queste cose passare

Laica chi, la cagnetta?

Il post sul Papa alla Sapienza è stato molto letto e molto commentato. Forse anche un po’ frainteso, ma quella è colpa mia. Nessuno che mi abbia fatto i complimenti per il titolo meraviglioso (molto ma molto meglio del post!), ma quelli me li sono fatti da solo. Life is a mistery, everyone must stand alone.

Ci tenevo ad aggiungere due cose sulla laicità, anche se il tiro si è inevitabilmente spostato sulla libertà di espressione e sulle sue violazioni.

Cos’è un paese laico? Un paese laico è un paese nel quale un cartello come questo non viene affisso.

Portopalo cartello 2

La foto l’ho scattata quest’estate, vicino ad un incrocio senza regole in cui passavano ogni minuto almeno 10 centauri senza casco. Non è questo il punto, però. Ammesso che l’istituzione che mi governa possa permettersi di impartirmi lezioni attraverso la cartellonistica stradale, a me vengono in mente almeno altri 79 motivi per cui autocostringermi ad indossare la cintura di sicurezza quando sto guidando. Alcuni di questi, tra l’altro, potrebbero essere condivisi proprio da tutti, perché universali ed estendibili alla collettività intera. Quel cartello, invece, non parla al cittadino che ha ripudiato il suo ceppo d’origine e vive felicemente isolato – è un suo diritto – o semplicemente preferendo relazioni private che non rientrano nei codici della famiglia.

Un paio d’anni fa ho partecipato a qualcosa che vagamente poteva somigliare all’apertura di un anno accademico. Un corso di lingua e cultura accoglieva un buon numero di studenti provenienti da tre quarti di mondo. A portare il loro saluto organizzatori, docenti, sindaci, assessori e il parroco della città sede del corso. Una noia mortale, ma non è nemmeno questo il punto. Venuto il suo momento, il religioso si è rivolto ai convenuti con calore e con spirito di accoglienza, ricordando che Dio si è comportato in quel modo, che Gesù ha sempre detto di fare così, che Maria ci protegga da questo e quest’altro… Ecco, in sala spiccavano – poche pochissime, ma appunto per questo spiccavano! – le teste velate di alcune studentesse islamiche. Molti dei presenti provenivano da paesi da tempo fortemente secolarizzati, molti altri dall’Estremo Oriente, un nutrito gruppo dallo stato di Israele. E allora: bisognava zittire il parroco? Certo che no, ma se avesse affermato che IL SUO DIO si era comportato in quel modo, che IL SUO GESÙ aveva sempre detto di fare così…  Forse quella sarebbe stata laicità in un luogo laico e – proprio perché laico – più accogliente. Sarebbe stato altresì relativismo, alias fumo negli occhi per ogni religione.

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