Soletta

Concitazione

Concita De Gregorio ha raccontato al suo bimbo (o sarà una bimba?) una favola di Rodari e ne parla con il consueto stile, dolce e materno.

 

«La promenade d’un distrait è la storia del bambino Giovanni, così distratto, ma così distratto, che quando esce di casa a fare due passi perde una mano, poi un braccio, poi le orecchie e persino un occhio ma non se ne accorge ed è sempre felice: guarda le nuvole, si incanta alle vetrine, insegue gli uccelli. I passanti raccolgono i pezzi, li portano alla madre e le dicono comprensivi “si sa, signora, che i ragazzini son tutti così”. La mamma sospira, mette i pezzi in un cesto, e quando torna Giovanni li risistema al loro posto: l’occhio il braccio e tutto il resto. Lo abbraccia, lui le chiede “sei arrabbiata mamma?”, lei risponde no, l’abbraccia ancora, lo bacia. Fine.

Ecco, il tema un po’ all’ingrosso è questo. Tranquillizza anche i genitori, perché ricorda (insegna?) che spazientirsi non serve, preoccuparsi prima è inutile e arrabbiarsi dopo è dannoso: l’unica prevenzione e l’unica cura, sempre, è un abbraccio. Sono quelle cose che nell’iradiddio della vita quotidiana uno a volte dimentica. Si diventa più severi, quando non si ha tempo: quando non c’è il tempo di accogliere gli errori, di essere indulgenti, di insegnare non con le parole ma con i gesti.»

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One thought on “Concitazione

  1. utente anonimo says:

    C’è un brano del Vangelo di Luca (cap.2,48-50) nel quale si parla del fanciullo Gesù che, all’insaputa dei genitori, è rimasto solo-dimenticato a parlare ai dottori nel tempio di Gerusalemme.

    Mamma Maria, quando lo ritrovano, gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.” …

    A commento di questo episodio, Anthony De Mello scrive:

    “Colgo l’occasione per raccontarvi una cosa. Quando vostra madre si arrabbiava con voi, non diceva che in lei c’era qualcosa che non andava, ma che c’era in voi qualcosa che non andava, altrimenti non si sarebbe arrabbiata.

    Ebbene, ho fatto una grande scoperta: se tu sei arrabbiata, cara mamma, c’è qualcosa che non va in te. Quindi sarebbe meglio che affrontassi la tua collera. Tientela e affrontala. Non è mia.

    Se c’è qualcosa che non va in me o meno, lo valuterò a prescindere dalla tua collera. Non ne sarò influenzato.

    La cosa buffa è che quando riesco ad agire in questo modo senza provare alcun sentimento negativo nei confronti dell’altro, riesco a essere piuttosto obiettivo anche nei confronti di me stesso.

    Solo una persona molto con-sapevole può rifiutarsi di raccogliere il senso di colpa e la collera. E la spiritualità è consapevolezza.”

    (da “5 MINUTI CON DIO”).

    “Spazientirsi non serve, preoccuparsi prima è inutile e arrabbiarsi dopo è dannoso: l’unica prevenzione e l’unica cura, sempre, è un abbraccio.”

    Sono cose che nella CONCITAZIONE della vita quotidiana spesso dimentichiamo. E così perdiamo qualcosa di noi: chi

    una mano, chi un braccio, chi le orecchie, chi …

    Un grazie al blog UNAPOZZANGHERA, agli scrittori: Concita D.G., Rodari, A. De Mello e a … tutti quelli che ce lo fanno ricordare.

    Forse riusciremo ad essere più consapevoli, almeno un po’ di più ogni giorno di questa vita quotidiana concitatissima che mi sta chiamando.

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