Cineserie, Le storie di Scuolamagia, Soletta

Accudire

 

A Scuolamagia parliamo di identità. Lo facciamo con il teatro, vestendo panni che non sono i nostri, panni venuti da lontano. Stiamo preparando uno spettacolo importante, e oggi ci siamo fatti aiutare anche dal cinema, nella fattispecie da un tassello di quel coraggioso progetto corale che è ALL THE INVISIBLE CHILDREN. Bilu & João sono i protagonisti del 4° episodio, una bimba ed un bimbo sperduti nell’immensità di  San Paolo. Vivono raccattando lattine vuote e cartoni fradici, che barattano con pochi spiccioli e qualche mattone per una casa improbabile. Incredibili davvero le luci di quei 4 occhi paradossali (inverosimili?): MAI infelici, al massimo delusi, ma soltanto il tempo che serve a sbatterli. Un colpo di palpebra che cancella la frustrazione come un colpo di spugna.

Mi è ronzato e mi ronza in testa un pensiero a cavallo degli oceani e delle latitudini. Ho conosciuto lo sguardo di chi a Pechino mendicava una bottiglia d’acqua svuotata impedendomi di gettarla in un cassonetto. Ho visto enormi sacchi di rifiuti riciclabili seppellire corpi claudicanti, appesantire telai di biciclette-carretto cariche all’inverosimile. Mai però c’erano occhi di bambino, tra le fila di questa nuova professione ai margini dell’economia globalizzata. Non c’erano niños de rua, nella grande metropoli cinese. Bambini poveri sì, ma accuditi. Un’impressione mia, un ragionamento geografico sociologico fatto a spanne, probabilmente smentibilissimo. Ma capita che si possa avere un buon ricordo anche di quello che NON si è visto.   

 

 

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