Res cogitans, Tutte queste cose passare

La passione di Matteo

Due orsacchiotti, la foto di un aereo da guerra, il quadro con Gesù, il poster di Del Piero. È l’immagine che appare sopra la cronaca da Torino di Maurizio Crosetti, su “Repubblica”. Le righe raccontano il suicidio di un sedicenne che dormiva in una camera che avrebbe potuto essere la mia nemmeno troppi anni fa (…i peluche, la Madonna, l’aereo no, Roberto Baggio…). “Sei come Jonathan del Grande Fratello” – gli dicevano a scuola, e chissà di cos’altro si è alimentata la sua passione quotidiana prima di quel gesto.

Scrivo  Jonathan Delgrandefratello (ormai è diventato quasi un  cognome…) su Google è scopro un ebreo laico che parla dello stato di Israele, delle sue origini iraniane, di libertà di pensiero e di libere scelte, glissando con eleganza sulla sua vita sessuale… Ho pensato a cosa possa passare per la testa oggi, a Jonathandelgrandefratello. Spero non sia un senso di colpa, o il rimpianto per non aver detto di no all’idea di diventare, grazie alla Tv, un personaggio pubblico, ammirato e esecrato.

Forse mi spingo troppo in là, sicuramente la sparo grossa, ma in un giovane cattolico di origini filippine l’idea che somigliare a quel Jonathan sia motivo di vergogna e di insopportabile dolore è un’idea su cui ha soffiato e continua a soffiare ogni giorno la Chiesa.

Con le sue parole orribili, con la sua omofobia, senza mai fare i conti col senso di colpa.

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